Vita Chiesa

Ecumenismo in Toscana:  cresce la presenza di ortodossi

di Silvia NannipieriCommissione per l’Ecumenismo e il dialogo della diocesi di Pisa

Annunciare insieme il Vangelo, andare l’uno incontro all’altro, operare insieme, pregare insieme e proseguire i dialoghi», questo enunciato del II capitolo della Charta Oecumenica («In cammino verso l’unità visibile delle Chiese in Europa») esprime bene i propositi e gli intenti che hanno caratterizzato i lavori della Commissione per l’ecumenismo della Conferenza episcopale toscana negli ultimi anni. La diffusione della Carta Oecumenica nelle parrocchie toscane è stata infatti il primo atto pubblico, per così dire, della nuova presidenza, quella di mons. Rodolfo Cetoloni, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, che veniva a raccogliere l’eredità dei lunghi anni di mons. Alberto Ablondi, grande profeta e testimone di ecumenismo.

La Commissione regionale, che raccoglie i delegati diocesani per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Toscana, si riunisce solo poche volte all’anno ma è uno strumento importante di confronto, di comunicazione, di scambio e come tale anche di crescita e di formazione. Quasi tutte le diocesi vi partecipano costantemente. Il prossimo appuntamento è previsto per febbraio e sarà così possibile fare il punto sulle iniziative prese per la Settimana di preghiera nelle varie diocesi e le novità sulle presenze di altre chiese cristiane sul nostro territorio. Negli ultimi anni, infatti, se il numero di valdesi, metodisti, battisti e luterani è rimasto più o meno stabile, è invece andato crescendo il numero di chiese ortodosse presenti in Toscana. La crescente immigrazione dai Paesi dell’Est Europa ha fatto sì che abbiano cominciato ad arrivare anche sacerdoti per la cura pastorale e alcune diocesi hanno concesso parrocchie per celebrare la Divina Liturgia e perché possano essere punti di riferimento per i fedeli ortodossi. Non solo a Firenze ma anche in Diocesi più piccole come a Lucca, ad esempio, dove è stata recentemente istituita una parrocchia ortodossa rumena nella chiesa di S. Anastasio. Cresce dunque l’impegno, si allargano gli orizzonti e a dispetto delle innumerevoli difficoltà che sempre si presentano a chi vuole aprire cammini, rimuovere ostacoli sulla strada verso il Regno, si moltiplicano le opportunità per conoscere modi diversi di esprimere e di celebrare la medesima scelta cristiana.

In Toscana esistono poi esperienze particolari nel campo dell’ecumenismo come la comunità di Rondine (Arezzo) attiva in particolare nel dialogo culturale tra cattolici e ortodossi o le più note e più «antiche» esperienze di Nomadelfia o Loppiano che praticano un ecumenismo pratico, si potrebbe dire «domestico». La tradizione ecumenica toscana parte da molto lontano, fa parte della nostra storia, ma passare dalle dichiarazioni di intenti alla vita quotidiana delle nostre parrocchie è compito arduo e ancora lontano dall’essere realizzato.

Per questo tra i progetti a lungo termine della Commissione regionale c’è la formazione di «Consigli di Chiese» in ogni diocesi (sullo schema ad esempio della diocesi di Modena) e la realizzazione di brevi corsi stanziali di aggiornamento per i delegati o di formazione per catechisti. Sempre più spesso, aldilà della necessaria conoscenza teorica sull’ecumenismo che ogni catechista dovrebbe avere, si presentano problemi concreti con i bambini di famiglie ortodosse che seguono, anche solo per sentirsi più integrati, il catechismo con i compagni di scuola. Problemi ancora più grandi si presentano nel dialogo interreligioso, naturalmente, ma anche in questo caso la nostra regione ha molte esperienze di Tavole di dialogo istituite da Comuni anche piccoli. La Commissione si è trovata spesso a discuterne concludendo che, con tutti i limiti che queste possono avere, rappresentano comunque opportunità che dobbiamo saper cogliere ed è dunque importante non  sottrarsi ma anzi portare il nostro contributo per mediare o chiarire laddove sia necessario.

«Essere riuniti nella Tua mano» (Ez 37,17), il versetto proposto quest’anno dalla Settimana per l’Unità dei cristiani sembra allo stesso tempo una preghiera e un progetto, una invocazione e una dichiarazione d’intenti. Esprime bene lo stato d’animo di quanti hanno a cuore l’ecumenismo oggi.

Incontri e celebrazioni dal 18 al 25 gennaioDue giornate anche per il dialogo interreligioso con ebrei e musulmani«Essere riuniti nella tua mano»: sarà questo versetto di Ezechiele a fare da sfondo alle celebrazioni della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si svolgerà come sempre dal 18 al 25 gennaio. In tutte le diocesi toscane sono previsti incontri ecumenici di preghiera, di riflessione, di scambio di esperienze. Tra le altre iniziative, a Firenze è prevista per domenica 25 gennaio (dalle 15 alle 17) l’apertura di alcuni luoghi di culto delle varie comunità cristiane, che potranno essere liberamente visitati: oltre alla cattedrale di Santa Maria del Fiore anche il tempio Valdese e la chiesa Anglicana, quella Episcopale Americana, quella Luterana, quellaOrtodossa Copta, quella Ortodossa Rumena e quella Ortodossa Russa.Quest’anno la comunità ebraica non ha voluto celebrare la consueta giornata per il dialogo ebraico-cristiano del 17 gennaio: in quel giorno comunque si svolgeranno localmente alcuni incontri per iniziativa delle varie commissioni diocesane per il dialogo interreligioso. Lunedì 26 gennaio infine, al termine della settimana ecumenica, ci sarà la giornata per il dialogo islamico-cristiano, con incontri tra le comunità cristiane e le comunità islamiche presenti in Toscana.