Vita Chiesa

Ecumenismo, lavori in corso

Sono molte le iniziative organizzate in questi giorni in tutta la Toscana per la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-24 gennaio). Per fare il punto sul cammino ecumenico abbiamo rivolto cinque domande a tre rappresentanti di diverse confessioni religiose: padre Petre Coman, della Chiesa Ortodossa Rumena di Firenze, la Pastora Elizabeth Green della Chiesa Battista di Grosseto e Livorno e Silvia Nannipieri, delegata per l’ecumenismo della diocesi di Pisa, che da molti anni organizza e anima iniziative ecumeniche. Nelle loro risposte il bilancio di un cammino, quello verso l’unità dei cristiani, che si presenta irto di ostacoli ma che in questi anni ha visto importanti passi in avanti.Le interviste sono a cura di Nicoletta Benini Elisabeth Green«Dobbiamo eliminare pregiudizi e paure»A che punto è il cammino verso l’unità dei cristiani?

«Il cammino è a un buon punto se ci rendiamo conto che è appunto un cammino, quindi, bisogna proseguirlo. Ormai nessuna chiesa può ritenersi l’unica manifestazione del vero corpo di Cristo, bisogna lavorare perché i pregiudizi e le paure scompaiano tra tutti i seguaci di Cristo, pastori e laici e che le chiese rispettino la laicità di uno stato pluralista.

Quali passi avanti sono stati fatti in questi anni?

«I passi in avanti consistono nelle grandi assemblee ecumeniche avvenute in Europa a Basilea e a Graz che hanno dato visibilità ad un cammino istituzionale, negli incontri bilaterali tra le diverse confessioni cristiane, nella presa di coscienza di un pluralismo confessionale e religioso che ha il diritto di esistere».

Quali sono oggi i temi su cui i cristiani delle diverse confessioni possono lavorare insieme? «Per quanto mi riguarda i cristiani possono lavorare insieme sui grandi temi a favore dell’umanità tutta, come la pace, la giustizia, la solidarietà, i diritti umani, la salvaguardia del creato e via dicendo.

Come fare per far crescere la sensibilità ecumenica in tutti i cristiani?

«Conoscendosi reciprocamente, lavorando insieme per un altro mondo sognato da Dio e quindi possibile, pregando insieme – formando pastori e sacerdoti verso una sensibilità ecumenica, collaborando a livello territoriale».

Quali i progetti in via di realizzazione a livello di Regione Toscana?

«Personalmente sono impegnata nella settimana di preghiera a Grosseto, a Piombino, a Livorno. Inoltre la provincia di Grosseto ha indetto un Consiglio provinciale regionale con le diverse religioni presenti sul territorio, incontro che va al di là dell’ecumenismo per promuovere il dialogo interreligioso.

Padre Petre Coman:«Negli ultimi anni molti passi avanti»A che punto è il cammino verso l’unità dei cristiani?

«Da molti anni le Chiese Ortodosse, quella Cattolica Romana e quella Protestante sono impegnate amorevolmente nel Movimento Ecumenico, e hanno lavorato e lavoreranno intensamente per il loro avvicinamento affinché tutti siano una cosa sola. Questo cammino verso Gerusalemme non può che essere graduale, visibile e concreto, ma anche misterioso e interiore, dunque un processo continuo, nel corso del quale anche gli eventi più significativi sono tappe e non traguardi. Personalmente sono convinto che questo impegno rafforzato dalla preghiera e accompagnato dall’umiltà della santità e dall’amore porti a buon fine i nostri sforzi in Cristo, nella Trinità Santa».

Quali passi avanti sono stati fatti in questi anni?

«Negli ultimi anni sono stati fatti passi importanti sulla strada dell’Ecumenismo. La divisione fra le Chiese si rivela sempre più incomprensibile e costituisce un vero ostacolo alla testimonianza del Vangelo e alla pacifica convivenza dei popoli. Per questo le nostre Chiese, Ortodossa, e Protestante, hanno intensificato il loro cammino ecumenico comune. Questo cammino verso l’unità rischia però, di restare un fatto esteriore se non si accompagna ad un profondo coinvolgimento delle coscienze in un cammino di crescita personale e comunitaria. Dobbiamo cercare sempre nuove vie per la riunificazione del Corpo Mistico di Cristo e lo Spirito Santo ci darà la forza innovatrice e creatrice per compiere sempre nuovi passi in questo senso».

Quali sono oggi i temi su cui i cristiani delle diverse confessioni possono lavorare insieme?

«Secondo l’attuale teologia ecumenica, l’Europa del futuro non deve acquistare un’identità o ortodossa o cattolica o protestante, ma un’identità nuova che metta insieme tutte le ricchezze culturali e religiose. I cristiani quindi sono chiamati a far parte del popolo di Dio perché testimoniano concretamente, al mondo, l’Amore che Dio ha per ogni uomo e perché s’impegnino tutti uniti per la manifestazione e l’accoglienza del Regno di Dio, che è affermazione della pace, della giustizia, dell’armonia dell’uomo con se stesso, dell’armonia degli uomini tra di loro, dell’armonia degli uomini con il creato, dell’armonia degli uomini e Dio, di quel Dio che fa della storia degli uomini la Sua storia».

Come fare per far crescere la sensibilità ecumenica in tutti i cristiani?

«Siamo chiamati, tutti i cristiani, ad una crescita spirituale, ma senza la preghiera personale, senza pentimento e senza la santità della nostra vita non si procede da nessuna parte. Sarebbe necessario camminare insieme e richiamandosi all’analogia della “koinonia” trinitaria, dove la distinzione confluisce nell’unità e questa rafforza la distinzione. Quando diciamo dunque “koinonia”, pensiamo a quel dono dello Spirito Santo per il quale l’uomo che vive nella santità non è più solo, né lontano da Dio, ma è chiamato a far parte della stessa comunione che lega fra loro il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Come ogni dono dello Spirito Santo, la “koinonia” genera doveri e impegni e diventa con il tempo norma di vita cristiana».

Quali i progetti in via di realizzazione a livello regionale?

«A livello toscano la situazione ecumenica è buona, nel senso che c’è un buon rapporto fra le chiese di diverse confessioni. Le fraterne relazioni non si limitano soltanto tra i cristiani, ma c’è un dialogo e collaborazioni con i fratelli ebrei e musulmani. Un momento particolarmente importante sarà l’incontro di ragazzi di diverse religioni che si svolgerà a Firenze sabato e domenica 29 e 30 gennaio».

Silvia Nannipieri:Dopo «l’inverno» verrà la primaveraA che punto è il cammino verso l’unità dei cristiani? «In questi ultimi anni, come succede spesso anche per altri argomenti, si tende a mettere in risalto gli aspetti negativi, le difficoltà o i veri e propri momenti di impasse, piuttosto che i passi in avanti. Ogni tanto si parla addirittura di “coma ecumenico”, a causa di certi irrigidimenti da parte ortodossa per le polemiche sul proselitismo cattolico in Russia o da parte cattolica a seguito delle scelte per il sacerdozio femminile delle chiese protestanti e anglicana. In realtà bisognerebbe saper vedere più lontano. Una volta ho sentito Enzo Bianchi, priore di Bose, parlare piuttosto di “inverno” dell’ecumenismo, un periodo, forse, di sospensione, ma che prelude alla primavera, apparentemente non ha frutti, ma in realtà sono state messe silenziosamente molte condizioni per aspettarsi grandi fioriture di speranza».

Quali passi avanti sono stati fatti in questi anni?

«In questi ultimi cinquant’anni passi ne sono stati fatti tanti, pensiamo anche solo alla cancellazione delle reciproche scomuniche, ai gesti di riconciliazione e le richieste di perdono, agli inviti e le visite fraterne dei responsabili delle Chiese, alla restituzione di reliquie, scambio simbolico di reciproco riconoscimento, alla partecipazione di rappresentanti di altre confessioni a momenti sinodali delle diverse comunità, all’istituzione di organismi di confronto e di collaborazione sia a livello nazionale che internazionale e, per fare degli esempi concreti, pensiamo alla firma del documento congiunto delle chiese cattolica e luterana sulla “giustificazione”, o, per restringere il campo all’Italia, al documento sul matrimonio interconfessionale, costruito con pazienza e passione da cattolici, metodisti e valdesi.

Quali sono oggi i temi su cui i cristiani delle diverse confessioni possono lavorare insieme?

«L’impegno comune per la pace, la giustizia, e la salvaguardia del creato, temi già in evidenza alle Assemblee ecumeniche europee di Basilea (1990) e Graz (1997), la riflessione che è il tema della Settimana ecumenica di quest’anno: Cristo unico fondamento della chiesa, la preghiera e il desiderio incessante di camminare verso la reciproca accoglienza eucaristica

Come fare per far crescere la sensibilità ecumenica in tutti i cristiani?

«È necessario recuperare la strada di una profonda spiritualità ecumenica, è necessario far capire che l’ecumenismo non è un ennesimo “movimento” o il pallino di pochi, ma un modo di porsi, un cambiamento di mentalità, un’educazione permanente all’accoglienza delle diversità, un’ottica che cambia la capacità di vedere, che apre gli occhi e la mente a un più profondo cristianesimo».

Quali i progetti in via di realizzazione a livello di Regione Toscana?

«In questi ultimi anni, accompagnata e animata dalla straordinaria personalità di mons. Alberto Ablondi, la commissione regionale formata dai delegati per l’ecumenismo e il dialogo delle varie diocesi toscane (preti e laici), si è riunita ogni due o tre mesi per permettere lo scambio delle esperienze in corso. Memorabile è rimasta la visita della delegazione toscana al Consiglio delle chiese a Ginevra, ma anche nell’ordinario il confronto è stato una palestra per allargare le vedute e “sprovincializzarsi”. Qualche volta alle riunioni hanno partecipato anche pastori e altri membri di chiese protestanti soprattutto per provare a formulare insieme un progetto di Forum delle chiese cristiane in Toscana».

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