Vita Chiesa

Egitto: monastero Wadi al-Natrun, monaco confessa di aver ucciso il vescovo copto-ortodosso Epifanio

I sospetti della procura di Wadi al-Natroun – informano i media locali – erano ricaduti su Wael Saad Tawadros. L’uomo di 34 anni aveva preso gli ordini a San Macario, nel 2010, sotto il nome di Ishaia ‘al-Maqari, e il 5 agosto è stato ridotto allo stato laicale dal Comitato sinodale copto ortodosso per il monachesimo e gli affari del monastero per gravi violazioni della legge monastica, a prescindere dall’accusa di omicidio.

La polizia, assieme a 60 investigatori, hanno visto le immagini delle videocamere e ha ispezionato le celle dei monaci. Si è scoperto che sei monaci erano in costanti contrasti con l’abate e si erano rifiutati di obbedirgli. In seguito a un lungo interrogatorio, le indagini conducevano al monaco Ishaia ‘al-Maqari, che era stato un ribelle. Lo scorso febbraio, gli era stato ordinato di lasciare il monastero per tre anni, ma i monaci si appellarono a suo nome per una seconda possibilità di correggere i suoi modi. «Ma non l’ha mai fatto – riferiscono i media -. Infatti, si scoprì che lasciava spesso il monastero contrariamente agli ordini del suo abate».

Secondo i media, la testimonianza del monaco Ishaia era «contraddittoria». Lo hanno confermato le telecamere, rivelando i reali tempi in cui era stato dentro e fuori dal monastero. Anche le chiamate sul suo cellulare hanno rivelato «gravi violazioni». Il monaco la sera del 4 agosto ha tentato il suicidio bevendo un pesticida, ma è stato salvato all’ospedale di Damanhour. Adesso la confessione dell’ex monaco di aver commesso il crimine, indicando agli investigatori lo strumento che aveva usato per uccidere l’abate: una pesante trave di ferro quadrata che nascondeva in un magazzino di rottami nei terreni del monastero.