Vita Chiesa

Esercizi spirituali Curia romana: p. Ronchi, la Chiesa non deve aver paura della trasparenza sui suoi beni

Partendo dalle parole del Vangelo che raccontano la moltiplicazione dei pani e dei pesci, il religioso ha esordito ricordando che «ci sono persone così affamate che per loro Dio non può avere che la forma di un pane». D’altra parte, la vita ha inizio con la fame, «essere vivi è avere fame». E allora Gesù, davanti alla folla affamata, domanda: «Quanti pani avete?». Egli, ha osservato padre Ronchi, «è molto pratico», domanda di «fare il conto», e non finisce di domandarlo. «L’operazione di verifica è chiesta a tutti i discepoli anche oggi, a me: quanto hai? Quanti soldi, quante case? Che tenore di vita? Andate a vedere, verificate. Quante macchine o quanti gioielli sotto forma di croci o anelli?». Quindi l’appello alla trasparenza, perché «con la trasparenza si è veri. E quando sei vero sei anche libero».

No a trattenere per sé: la logica di Gesù è quella del dono. «Secondo una misteriosa regola divina: quando il mio pane diventa il nostro pane, allora anche il poco diventa sufficiente. E invece, la fame comincia quando io tengo stretto il mio pane per me, quando l’Occidente sazio tiene stretto il suo pane, i suoi pesci, i suoi beni per sé». Ha proseguito il predicatore: «Sfamare la terra, tutta la terra, è possibile, c’è pane in abbondanza. Non occorre moltiplicarlo, basta distribuirlo, a cominciare da noi. Non servono moltiplicazioni prodigiose, ma battere il Golia dell’egoismo, dello spreco del cibo e dell’accumulo di pochi».