Vita Chiesa

FIRENZE ACCOGLIE IL BEATO DON GNOCCHI, MONS. BETORI: QUANDO LA CARITA’ CRISTIANA ORIENTA LA RICERCA SCIENTIFICA

“La Chiesa fiorentina è lieta di accogliere l’urna che contiene le spoglie mortali del beato don Carlo Gnocchi, per un incontro da cui si attende il rinvigorimento della fede, della speranza e della carità dei suoi figli”. Con queste parole l’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori ha salutato l’arrivo a Firenze, nella basilica di San Lorenzo, del corpo del sacerdote milanese beatificato nel 2009. L’occasione dell’arrivo dell’urna a Firenze (è la prima volta che il corpo del Beato viene portato fuori dai confini della Lombardia) è la prossima inaugurazione del nuovo centro di riabilitazione che la Fondazione Don Gnocchi ha costruito a Torregalli, in sostituzione del centro che lo stesso don Gnocchi aveva inaugurato sulle colline di Pozzolatico.Una grande folla di fedeli ha accolto l’arrivo del Beato, salutato anche dagli Alpini, particolarmente affezionati alla figura di don Gnocchi che come cappellano militare aveva partecipato alla disastrosa campagna in Russia. Proprio lì, ha ricordato l’arcivescovo Betori, “Don Gnocchi ha capito che la sua fedeltà a Cristo passa attraverso la fedeltà dell’uomo sofferente. Perché è sul volto della sofferenza umana che si delineano i tratti di quella somiglianza a Dio e al suo Figlio che fa la grandezza e la dignità della persona umana”. Betori ha quindi ricordato la grande opera di carità di don Gnocchi a favore dei “mutilatini”, i bambini feriti e mutilati dallo scoppio delle mine durante la guerra. Un’attività che si è poi allargata a vari settori della sofferenza umana. “La carità cristiana – ha proseguito Betori – lungi dal costituire un’evasione dalle responsabilità storiche, lungi, al contrario orienta la stessa ricerca umana, nelle scienze ma anche nelle dimensioni sociali e politiche, verso orizzonti di più piena umanità, chiarendo i fini e sostenendo le volontà”. “L’Opera don Carlo Gnocchi – ha concluso – ne è una chiara testimonianza, coniugando insieme eccellenza medico-scientifica e attenzione alla persona umana. Di questo siamo qui a rendere grazie al Signore, nella memoria del suo fondatore e nella vicinanza a quanti, dirigenti e operatori, ne seguono le orme”.