Vita Chiesa

FORUM PROGETTO CULTURALE, CARD. RUINI: SÌ AL LIBERO CONFRONTO DELLE IDEE

“Affidarsi al libero confronto delle idee, rispettandone gli esiti democratici pure quando non possiamo condividerli”: è la “proposta” avanzata dal presidente della Cei, card. Camillo Ruini, per “superare, a livello pratico, lo stallo generato dalla contrapposizione tra i sostenitori e gli avversari dell’approccio relativistico in materia di etica pubblica, senza obbligare né gli uni né gli altri a recedere dall’agire secondo i propri convincimenti”.

Inaugurando oggi a Roma il VII Forum del Progetto culturale su “Cattolicesimo italiano e futuro del Paese” (fino a domani), il porporato ha quindi richiamato la recente esortazione di Benedetto XVI ad “allargare gli spazi della razionalità”. “La razionalità scientifica e funzionale – ha rimarcato il card. Ruini – ha certo una sua legittimità” e “costituisce un fondamentale fattori di sviluppo”, ma “se dimentica il proprio carattere di scelta metodologica e pretende di costituire l’unica forma di conoscenza della realtà contraddice quel canone e quel limite che essa stessa si è giustamente imposta”. Oltre che di una “razionalità più larga” ha sottolineato ancora il presidente Cei, “abbiamo bisogno di un ethos più autenticamente umano” ispirato “all’amore concreto del prossimo”. “Questo – ha concluso – è anche oggi, nella sostanza, il grande compito che sta davanti a noi: un compito nel quale i cristiani laici hanno un ruolo essenziale e determinante” per rendere, secondo le parole di Benedetto XVI, “attraverso una fede illuminante e vissuta, Dio credibile in questo mondo”. “Un anno particolarmente intenso” in cui “l’Italia ha fortemente percepito la sua ‘anima’ e il suo ‘fondo’ cattolici”. Così il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, ha definito il 2005. Il cardinale ha sottolineato l’importanza di “delineare i contributi che il cattolicesimo italiano può dare al cammino della nazione”. Riferendosi all’anno 2005 che sta volgendo al termine, “particolarmente intenso” e in cui” l’Italia nella sua globalità ha fortemente percepito la sua ‘anima’ e il suo ‘fondo’ cattolici”, il presidente Cei ne ha indicato come momenti più significativi la malattia e la morte di Giovanni Paolo II, la “rapida elezione di Benedetto XVI”, e, “sebbene di natura assai diversa, il referendum sulla legge per la procreazione assistita”. Evento, quest’ultimo, che per il card. Ruini “ha rappresentato un forte motivo di impegno e di unità per i cattolici italiani e al contempo di incontro e convergenza con significativi rappresentanti della cultura laica. Ha anche contribuito però – ha annotato il presidente Cei – a far emergere una nuova e certamente non desiderabile fase di tensione nei rapporti con altri laici, soprattutto sul piano politico e mediatico, mentre nella realtà concreta del Paese una simile difficoltà sembra di gran lunga meno presente”. Oggi nei rapporti Stato-Chiesa “i veri motivi di contrasto non riguardano più” le “istituzioni e le loro rispettive competenze”, ma fanno piuttosto “riferimento all’area della soggettività personale e delle norme pubbliche entro le quali occorre in qualche modo inquadrarla”. Per il presidente della Cei, card. Camillo Ruini, più che la valutazione su “ciò che è bene o male”, oggi è “diffusa e tende ad affermarsi come unica valida nello spazio pubblico, la posizione secondo la quale la libertà individuale e i ‘diritti di libertà’ costituiscono il valore fondamentale che misura tutti gli altri, con la conseguente esclusione di ogni vera o presunta discriminazione ai danni di qualcuno”. “Questo – osserva il cardinale – dovrebbe essere pertanto l’unico criterio regolatore dell’etica pubblica, o almeno di quella parte di essa che si esprime in norme giuridicamente vincolanti, mentre non potrebbe essere ammesso, a livello pubblico, alcun riferimento a ciò che è bene o male in se stesso”. Ma una “libertà individuale che non discrimina, per la quale in ultima analisi tutto è relativo” avverte il presidente Cei, “tende ad escludere o sottomettere ogni altra posizione, che può essere lecita” soltanto “finché rimane subordinata e non in contraddizione rispetto a tale criterio”. Questo, per il card. Ruini, “il vero motivo di contrasto non solo con ogni pretesa di valenza pubblica di un’etica di ispirazione cristiana, o di altra matrice religiosa, ma anche con un’etica che si richiami a un proprio oggettivo fondamento umanistico”.Sir