Vita Chiesa

Festival Dottrina sociale, mons. Galantino: «La Chiesa è soggetto di cambiamento»

«La Chiesa è soggetto di cambiamento nella misura in cui accetta questo stile dinamico di vita, che è nel suo dna. Se la Chiesa per troppo tempo non si muove, abituandosi a stare seduta, può accadere che atteggiamenti lontani mille miglia dal Vangelo appaiano normali: lo stiamo vedendo in questi giorni». E il cambiamento «ha bisogno di una persona, Papa Francesco, circondata da altre persone che lo favoriscano. Altrimenti, anche in buona fede o per abitudine a stare seduti, si è di ostacolo al cambiamento».

Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha preso parte ieri a Verona alla giornata conclusiva del Festival della Dottrina sociale (26-29 novembre). «La sfida della realtà» il titolo della quinta edizione del Festival, promosso dalla Fondazione Toniolo: 30 incontri, 100 relatori, 30 gli stand degli imprenditori che hanno esposto negli spazi dell’Ente Fiera nell’ambito di Job Orienta. Quattro giorni di riflessioni su uomo, lavoro, società, libertà, economia, sviluppo. Il tema di quest’anno, la sfida della realtà, si è ispirato all’Evangelii Gaudium (cap. IV, 231). Nel bilancio tratto dagli organizzatori sono transitate oltre 5mila persone che hanno preso parte agli appuntamenti organizzati nell’ambito del festival: convegni, momenti di riflessione, tavole rotonde, workshop. Tra questi, 800 giovani che, visitando la rassegna Job Orienta, si sono iscritti e hanno partecipato ai workshop organizzati dalle aziende del Festival della Dottrina sociale.

Il momento conclusivo del Festival della Dottrina sociale (26-29 novembre) si è tenuto al Teatro Nuovo di Verona dove monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, e il direttore del Corriere della Sera Lucio Fontana si sono confrontati, sollecitati dalle domande di Emilio Carelli, sulla «Chiesa e la realtà italiana». Incalzato dal giornalista Emilio Carelli, moderatore del dialogo, sulla presenza dei cattolici nella società, nell’industria, nella politica, mons. Galantino ha dichiarato «fastidio nei confronti di tutti quei politici che tengono subito a precisare di essere cattolici. E allora?».

Segnalando poi una netta differenza «tra gli uomini cattolici, validissimi, impegnati in politica e quelli che si dichiarano tali, ma lavorano solo per spolverare lo scranno a palazzo Madama. Non sono al servizio delle persone, ma se ne servono». Ha poi aggiunto: «La Chiesa sbaglia, in buona fede, quando si interpreta come un potere accanto a un altro potere; anche se per fini straordinariamente positivi». Il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, citando una ricerca secondo cui, nella gerarchia vaticana, solo il 20% condividerebbe la politica di Papa Francesco, ha chiesto a Galantino come si può ricomporre questa divisione che denota comunque momenti di confronto netto all’interno della Chiesa italiana. «Il Papa – ha risposto il segretario della Cei – ha chiesto che al Sinodo parlassero tutti dicendo tutti quello che pensavano. Ditemi in quale istituzione succede che il capo chieda a tutti questo tipo di sincerità. È naturale che emergano poi posizioni di discussione».

«Papa Francesco – ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, interrogato al Festival della Dottrina sociale di Verona sul cambiamento richiesto dal Pontefice alla Chiesa italiana – non sta proponendo un cambiamento che si può interpretare solo con paramenti sociologici o antropologici: il suo unico parametro è il Vangelo. Mi preoccuperei se un sacerdote o un vescovo, dopo il primo anche comprensibile smarrimento, continuasse a dire no alle parole di Papa Francesco: ci sta dicendo solo Vangelo». Qualcuno accusa il Papa di idee marxiste, o comuniste, ha rilevato Lucio Fontana. «Facciamo un esercizio – ha risposto Galantino -: quando sentiamo dire che le parole del Papa sarebbero comuniste, anticapitaliste, chiediamoci se sono vicine al Vangelo o no, piuttosto che a qualche ideologia. Quello che mi colpisce del Papa è il suo continuo richiamo al Vangelo». Sui documenti pubblicati in due libri di recente pubblicazione, Galantino ha parlato di «libertà di prurito, più che di informazione. Chi ha pubblicato questi due libri cosa ha scritto? Di suo, non granché, se non unire fatti che sono separati, limitandosi a pubblicare una ricerca effettuata dagli stessi incaricati di Papa Francesco». Poi qualcuno «disonestamente, ha tradito la fiducia del Papa mettendo questa documentazione informatica a disposizione dei giornalisti. Pagando? Non lo so, sono fatti loro».