Vita Chiesa

Firenze 2015: dom Gianni al Copercom, umanesimo per «uomo degno di questo nome»

Quale il compito di chi fa comunicazione? «Papa Francesco chiede ai comunicatori che vogliano farsi autenticamente prossimi alla sete dell’uomo del nostro tempo di mettersi in gioco», ha risposto dom Gianni riprendendo il messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2014, laddove il Papa scrive che «chi comunica si fa prossimo», sul modello del buon samaritano.

Il Concilio Vaticano II, «arrivando a cogliere un’accezione molto bella e preziosa dell’umanesimo», «riconosce la necessità di essere testimoni della nascita di un nuovo umanesimo, per costruire un mondo migliore nella verità e nella giustizia», ha poi ricordato il monaco benedettino parlando oggi a Roma al Comitato presidenti e delegati del Copercom. Qui «si coglie il dato essenziale che sta al cuore della visione di Chiesa di papa Francesco, sempre più attenta ai destini dell’umanità»: la sfida di Firenze è «riproporre alla Chiesa e alla nostra contemporaneità questa prospettiva alternativa di umanesimo, in cui Gesù Cristo si fa prossimo all’umanità». «Il convegno – ha sottolineato il religioso – non vuole essere una palizzata per ribadire la centralità di Cristo disinteressandosi di ciò che sta attorno, ma intende aprire e continuare il dialogo con il mondo a partire da questa centralità». «Nella nostra contemporaneità – ha detto – che ha dissolto l’uomo, del quale non resta niente perché da niente deriva, parlare di umanesimo è sempre più difficile», ma «se togliamo l’aggancio cristologico – ha aggiunto – rischiamo di ridurre l’umanesimo a semplice etica». Ecco quindi, ha concluso il priore, che «parlare di umanesimo può essere una grande occasione in cui la Chiesa ripropone alla nostra umanità una nuova stagione fondata in Cristo».