Vita Chiesa

Francesco, Angelus: «La misericordia ci salva dal cancro del peccato»

Nella “gioia di un pastore che ritrova la sua pecorella”, “di una donna che ritrova la sua moneta” e “di un padre che riaccoglie a casa il figlio”, “c’è tutto il Vangelo, c’è tutto il Cristianesimo!”. Ma, ha avvertito il Pontefice, “guardate che non è sentimento, non è ‘buonismo’! Al contrario, la misericordia è la vera forza che può salvare l’uomo e il mondo dal ‘cancro’ che è il peccato, il male morale, spirituale. Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nei cuori e nella storia”. Gesù è “tutto misericordia, tutto amore: è Dio fatto uomo. Ognuno di noi è quella pecora smarrita, quella moneta perduta; ognuno di noi è quel figlio che ha sciupato la propria libertà seguendo idoli falsi, miraggi di felicità, e ha perso tutto”. Ma “Dio non ci dimentica, il Padre non ci abbandona mai. Rispetta la nostra libertà, ma rimane sempre fedele. E quando ritorniamo a Lui, ci accoglie come figli, nella sua casa, perché non smette mai, neppure per un momento, di aspettarci, con amore. E il suo cuore è in festa per ogni figlio che ritorna”.

Il pericolo è “che noi presumiamo di essere giusti, e giudichiamo gli altri”, “anche Dio, perché pensiamo che dovrebbe castigare i peccatori”, invece di “perdonare. Allora sì che rischiamo di rimanere fuori dalla casa del Padre!”, ha osservato il Papa. “Se nel nostro cuore non c’è la misericordia, la gioia del perdono – ha chiarito -, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti”. È “l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a tutti i comandamenti”. Per il Pontefice, “se noi viviamo secondo la legge ‘occhio per occhio, dente per dente’, non usciamo dalla spirale del male. Il Maligno è furbo, e ci illude che con la nostra giustizia umana possiamo salvarci e salvare il mondo”. In realtà, “solo la giustizia di Dio ci può salvare! E la giustizia di Dio si è rivelata nella Croce: la Croce è il giudizio di Dio su tutti noi e su questo mondo”. Ma come ci giudica Dio? “Dando la vita per noi! Ecco – ha sottolineato – l’atto supremo di giustizia che ha sconfitto una volta per tutte il Principe di questo mondo; e questo atto supremo di giustizia è proprio anche misericordia”. Poi a braccio ha aggiunto: “Vi chiedo una cosa adesso: in silenzio tutti, pensiamo a una persona con cui non stiamo bene, con cui siamo arrabbiati e a cui non vogliamo bene e in silenzio in questo momento preghiamo per questa persona e diventiamo misericordiosi con questa persona”.

“Ieri, in Argentina, è stato proclamato beato José Gabriel Brochero, sacerdote della diocesi di Córdoba, nato nel 1840 e morto nel 1914”, ha ricordato stamattina Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus da piazza San Pietro. “Spinto dall’amore di Cristo si dedicò interamente al suo gregge, per portare tutti nel Regno di Dio, con immensa misericordia e zelo per le anime – ha detto il Pontefice -. Stava con la gente, e cercava di portarne tanti agli esercizi spirituali. Andava chilometri e chilometri cavalcando le montagne con la sua mula, che si chiamava ‘Faccia brutta’, perché non era bella. Andava con la pioggia, era coraggioso. Ma anche voi con questa pioggia siete qui, siete coraggiosi. Alla fine era cieco e lebbroso, ma pieno di gioia, la gioia del buon Pastore, del pastore misericordioso!”. Poi, proseguendo in spagnolo, il Santo Padre ha detto di unirsi “alla gioia della Chiesa in Argentina per la beatificazione di questo pastore esemplare”. “Chiediamo a Cristo, per intercessione del nuovo beato – ha aggiunto, sempre in spagnolo -, che si moltiplichino i sacerdoti che, imitando Cura Brochero, impegnino la loro vita al servizio dell’evangelizzazione, tanto in ginocchio davanti al Crocifisso, quanto dando testimonianza a tutte le parti del mondo dell’amore e della misericordia di Dio”.

Il Papa ha infine ha detto: “Oggi, a Torino, si conclude la Settimana sociale dei cattolici italiani, sul tema ‘Famiglia, speranza e futuro per la società italiana’”. Il Pontefice ha salutato “tutti i partecipanti”, rallegrandosi “per il grande impegno che c’è nella Chiesa in Italia con le famiglie e per le famiglie e che è un forte stimolo anche per le istituzioni e per tutto il Paese. Coraggio! Avanti su questa strada della famiglia!”.