Vita Chiesa

Francesco, Angelus: «Siate come il buon samaritano». Preghiera per la Gmg

Il Vangelo di oggi, ha ricordato il Pontefice, “è la famosa parabola del buon samaritano”. Chi era quest’uomo? “Era – ha spiegato il Santo Padre – uno qualunque, che scendeva da Gerusalemme verso Gerico sulla strada che attraversa il deserto della Giudea. Da poco, su quella strada, un uomo era stato assalito dai briganti, derubato, percosso e abbandonato mezzo morto. Prima del samaritano passano un sacerdote e un levita, cioè due persone addette al culto nel Tempio del Signore. Vedono quel poveretto, ma passano oltre senza fermarsi. Invece il samaritano, quando vide quell’uomo, ‘ne ebbe compassione’” e lo soccorse. Insomma, ha sottolineato Francesco, “si prese cura di lui: è l’esempio dell’amore per il prossimo”. Gesù sceglie un samaritano come protagonista della parabola “perché i samaritani erano disprezzati dai Giudei, a causa di diverse tradizioni religiose

Gesù “fa vedere che il cuore di quel samaritano è buono e generoso e che – a differenza del sacerdote e del levita – lui mette in pratica la volontà di Dio, che vuole la misericordia più che i sacrifici”. “E Dio sempre vuole questo – ha sottolineato a braccio il Papa -: la misericordia del cuore, perché Lui è misericordioso, sa capire bene le nostre miserie, le nostre difficoltà, anche i nostri peccati. Dà a tutti noi questo cuore misericordioso e questo è quello che fa quel samaritano: imita proprio la misericordia di Dio, quella verso quello che ha bisogno”. Un uomo che ha vissuto pienamente questo Vangelo del buon samaritano, ha ricordato il Pontefice, “è il Santo che ricordiamo oggi: san Camillo de Lellis, fondatore dei Ministri degli Infermi, patrono dei malati e degli operatori sanitari. San Camillo morì il 14 luglio 1614: proprio oggi si apre il suo quarto centenario, che culminerà tra un anno”. Poi ha salutato “con grande affetto tutti i figli e le figlie spirituali di san Camillo, che vivono il suo carisma di carità a contatto quotidiano con i malati. Siate come lui buoni samaritani! E anche ai medici, agli infermieri e a coloro che lavorano negli ospedali e nelle case di cura, auguro di essere animati dallo stesso spirito. Affidiamo questa intenzione all’intercessione di Maria Santissima”.

Il Pontefice ha voluto affidare anche “un’altra intenzione” alla Madonna, per “pregare tutti insieme con la Madonna”: “È ormai vicina la Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro”, ha ricordato. Quando gli applausi lo hanno interrotto, il Santo Padre ha detto a braccio: “Si vede che ci sono tanti giovani di età, ma tutti siete giovani di cuore, eh: complimenti!”. “Io – ha aggiunto Papa Francesco – partirò tra otto giorni, ma molti giovani partiranno per il Brasile anche prima. Preghiamo allora per questo grande pellegrinaggio che comincia, perché Nostra Signora de Aparecida, patrona del Brasile, guidi i passi dei partecipanti, e apra i loro cuori ad accogliere la missione che Cristo darà loro”.

“Mi unisco in preghiera ai presuli e ai fedeli della Chiesa in Ucraina radunati nella cattedrale di Lutsk per la Santa Messa di suffragio, in occasione del 70° anniversario delle stragi di Volinia”. Lo ha detto oggi Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus, a Castel Gandolfo. “Tali atti, provocati dall’ideologia nazionalista nel tragico contesto della II Guerra mondiale – ha aggiunto -, hanno causato decine di migliaia di vittime e hanno ferito la fratellanza di due popoli, quello polacco e quello ucraino”. Il Pontefice ha affidato “alla misericordia di Dio le anime delle vittime e, per i loro popoli”, chiedendo “la grazia di una profonda riconciliazione e di un futuro sereno nella speranza e nella sincera collaborazione per la comune edificazione del Regno di Dio”. Un pensiero anche “ai pastori e ai fedeli partecipanti al pellegrinaggio della Famiglia di Radio Maria a Jasna Góra, Czêstochowa”.

Dopo l’Angelus a Castel Gandolfo, Papa Francesco ha voluto salutare “con affetto” i fedeli della diocesi di Albano: “Invoco su di loro – ha detto a braccio – la protezione di San Bonaventura, loro patrono, di cui domani la Chiesa celebra la festa. Domani è una bella festa e tanti auguri”. Poi in tono scherzoso, ha aggiunto: “Io vorrei mandarvi una torta, ma tanto grande non so se la faranno”. Poi ha salutato tutti i pellegrini presenti, gruppi parrocchiali, famiglie, giovani, specialmente quelli venuti dall’Irlanda; i giovani sordi impegnati a Roma in un incontro internazionale; le Suore di Santa Elisabetta, alle quali ha augurato “un fruttuoso rinnovamento spirituale”; le Apostole del Sacro Cuore di Gesù; le Figlie della Divina Carità, impegnate nel Capitolo generale; e le Superiore delle Figlie di Maria Ausiliatrice. A tutti, infine, ha augurato “una buona domenica e buon pranzo”. Poi si è avvicinato ai fedeli nelle prime file per salutare, in particolar modo, malati e bambini. Per ciascuno ha avuto un sorriso, un abbraccio, una stretta di mano, restando in ascolto di quanto ognuno aveva da dirgli.