Vita Chiesa

Francesco, Angelus: vita consacrata dono di Dio alla Chiesa

L’offerta di se stessi a Dio, ha spiegato il Pontefice, «riguarda ogni cristiano, perché tutti siamo consacrati a Lui mediante il Battesimo. Tutti siamo chiamati ad offrirci al Padre con Gesù e come Gesù, facendo della nostra vita un dono generoso, nella famiglia, nel lavoro, nel servizio alla Chiesa, nelle opere di misericordia». Tuttavia, «tale consacrazione è vissuta in modo particolare dai religiosi, dai monaci, dai laici consacrati, che con la professione dei voti appartengono a Dio in modo pieno ed esclusivo. Questa appartenenza al Signore permette a quanti la vivono in modo autentico di offrire una testimonianza speciale al Vangelo del Regno di Dio. Totalmente consacrati a Dio, sono totalmente consegnati ai fratelli, per portare la luce di Cristo là dove più fitte sono le tenebre e per diffondere la sua speranza nei cuori sfiduciati». Le persone consacrate «sono segno di Dio nei diversi ambienti di vita, sono lievito per la crescita di una società più giusta e fraterna, sono profezia di condivisione con i piccoli e i poveri».

«Così intesa e vissuta, la vita consacrata ci appare proprio come essa è realmente: è un dono di Dio, un dono di Dio alla Chiesa, un dono di Dio al suo popolo!», ha osservato il Santo Padre. «Ogni persona consacrata è un dono per il popolo di Dio in cammino», ha aggiunto evidenziando che «c’è tanto bisogno di queste presenze, che rafforzano e rinnovano l’impegno della diffusione del Vangelo, dell’educazione cristiana, della carità verso i più bisognosi, della preghiera contemplativa; l’impegno della formazione umana, della formazione spirituale dei giovani, delle famiglie; l’impegno per la giustizia e la pace nella famiglia umana». E, poi, ha continuato a braccio: «Ma pensiamo un po’ cosa succederebbe se non ci fossero le suore negli ospedali, le suore nelle missioni, le suore nelle scuole. Ma pensate una Chiesa senza le suore! Non si può pensare: esse sono questo dono, questo lievito che porta avanti il Popolo di Dio. Sono grandi queste donne che consacrano la loro vita a Dio, che portano avanti il messaggio di Gesù».

 «La Chiesa e il mondo – ha affermato Papa Francesco – hanno bisogno di questa testimonianza dell’amore e della misericordia di Dio. I consacrati, i religiosi, le religiose sono la testimonianza che Dio è buono e misericordioso». Perciò, ha sostenuto il Pontefice, «è necessario valorizzare con gratitudine le esperienze di vita consacrata e approfondire la conoscenza dei diversi carismi e spiritualità. Occorre pregare perché tanti giovani rispondano ‘sì’ al Signore che li chiama a consacrarsi totalmente a Lui per un servizio disinteressato ai fratelli; consacrare la vita per servire Dio e i fratelli». Per tutti questi motivi, ha ricordato il Santo Padre, «l’anno prossimo sarà dedicato in modo speciale alla vita consacrata. Affidiamo fin da ora questa iniziativa all’intercessione della Vergine Maria e di san Giuseppe, che, come genitori di Gesù, sono stati i primi ad essere consacrati da Lui e a consacrare la loro vita a Lui».

«Mi unisco ai vescovi italiani nel ribadire che ‘ogni figlio è volto del Signore amante della vita, dono per la famiglia e per la società’». lo ha affermato, ieri mattina, Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus, riprendendo le parole dei presuli italiani nel Messaggio per la XXXVI Giornata nazionale per la vita, che ricorreva ieri e ha avuto come tema «Generare futuro». Il Pontefice, rivolgendo il suo «saluto» e il suo «incoraggiamento alle associazioni, ai movimenti e ai centri culturali impegnati nella difesa e promozione della vita», ha sostenuto: «Ognuno, nel proprio ruolo e nel proprio ambito, si senta chiamato ad amare e servire la vita, ad accoglierla, rispettarla e promuoverla, specialmente quando è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, dal grembo materno fino alla sua fine su questa terra». In particolare, ha salutato poi il cardinale vicario, Agostino Vallini, e quanti sono impegnati nella diocesi di Roma per l’animazione della Giornata per la vita. «Esprimo il mio apprezzamento – ha aggiunto – ai docenti universitari che, in questa circostanza, hanno dato vita a convegni sulle attuali problematiche legate alla natalità. Grazie tante».