Vita Chiesa

Francesco, Messa al Cimitero del Verano: «Il Signore non delude mai»

Il palco allestito all’entrata, in rosso, si staglia su una distesa di persone i cui confini si perdono a vista d’occhio, nel lungo viale alberato che incornicia le splendide e ieratiche tombe di famiglia. L’insolito sole quasi estivo a cui ci ha abituato questa particolare “ottobrata” romana continua a rendere ancora più nitidi i colori di quella che si presenta come un’adunata di diverse generazioni: bambini insieme ai nonni, genitori, figli e nipoti per una festa di Ognissanti che ha visto tornare il vescovo di Roma qui 20 anni dopo Giovanni Paolo II, nel 1993.

“A quest’ora, prima del tramonto, in questo cimitero, ci raccogliamo e pensiamo al futuro, a tutti quelli che sono andati, che ci hanno preceduto nella vita e sono nel Signore”. Con queste parole Papa Francesco ha cominciato l’omelia della Messa, pronunciata interamente a braccio e dedicata al tema della speranza. Riferendosi alle letture del giorno, il Papa ha citato la “visione del cielo” contenuta nella prima lettura e ha commentato: “La bellezza, la bontà, la verità, la tenerezza, l’amore pieno: ci aspetta quello, e quelli che ci hanno preceduti sono là e proclamano che sono stati salvati non per le sue opere. Hanno fatto opere buone, ma sono stati salvati dal Signore. La salvezza appartiene al nostro Dio: è lui che ci salva, che ci porta come un papà, che ci dà la sua mano alla fine della nostra vita, proprio in quel cielo dove sono i nostri antenati”.

“Se andiamo nella via con il Signore, lui non delude mai!”. Ne è sicuro il Papa, che nell’omelia, sempre seguendo le letture del giorno, ha citato la domanda che fa uno degli anziani: “Chi sono questi vestiti di bianco?”. “Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione – la risposta – e hanno lavato le loro vesti lavandole con il sangue dell’Agnello”. “Soltanto possiamo entrare in cielo grazie al sangue dell’Agnello, grazie al sangue di Cristo”, ha ricordato il Papa: “Se oggi pensiamo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che ci hanno preceduti – ha aggiunto – è perché sono stati lavati nel sangue di Cristo. È questa la nostra speranza, e questa speranza non delude”. “Vedere Dio, essere simili a Dio: è questa la nostra speranza”, ha detto il Papa.

“Oggi, giorno dei santi, e prima del giorno dei morti, è necessario pensare un po’ alla speranza, a questa speranza che ci accompagna nella vita”. È il tema centrale dell’omelia di Papa Francesco al Verano. “Spesso dipingiamo la speranza come un’ancora”, ha detto il Papa soffermandosi su questa immagine: “Come se la vita fosse un’ancora e tutti noi, andando, tenendo la corda…”. “Avere il cuore ancorato là, dove sono i nostri antenati, i santi, dove è Gesù, Dio”, l’invito del Papa: “Questa è la speranza che non delude”. La speranza, per il Papa, “è un po’ un lievito, perché ti fa allargare l’anima: ci sono momenti difficili nella vita, ma con la speranza l’anima va avanti, guarda quello che ci aspetta”. “Oggi è un giorno di speranza”, ha ripetuto il Papa riferendosi alle festività di questi giorni: “I nostri fratelli e le nostre sorelle sono alla presenza di Dio. Anche noi saremo lì per pura grazia del Signore, se noi camminiamo con Gesù”. “La speranza ci purifica”, ha proseguito, ci “alleggera” (ha detto al posto di “alleggerisce”), “ci fa andare di fretta”.

Nella parte finale della sua omelia, il Papa è tornato all’immagine iniziale del tramonto. “In questo pre-tramonto di oggi – ha detto – ognuno può pensare al tramonto della sua vita”. “Tutti noi avremo un tramonto”, ha proseguito, esortando ciascuno di noi a chiederci: “Se lo guardo con speranza, con quella gioia di essere risorto col Signore, è quello cristiano, e questo ci dà pace”. “Oggi è un giorno di gioia, una gioia serena, tranquilla – ha proseguito – un giorno della gioia, della pace”. “Pensiamo al tramonto dei fratelli e delle sorelle che ci hanno preceduto – ha concluso – al nostro tramonto, al nostro cuore, e domandiamoci: dove è ancorato il nostro cuore? E se non è ancorato bene, ancoriamolo là, in quella via, sapendo che la speranza non delude, perché il Signore Gesù non delude”.

Al termine della Messa al Verano, il Papa ha rinnovato – come aveva fatto durante l’Angelus di oggi – la preghiera per tutti coloro che sono morti nel deserto o in mare. “Vorrei pregare – le sue parole – per quei fratelli e quelle sorelle che in questi giorni sono morti mentre cercavano una liberazione, una vita più degna”. “Abbiamo visto le fotografie – ha proseguito – la crudeltà del deserto, abbiamo visto il mare dove tanti sono affogati”. “Preghiamo per loro – ha proseguito Papa Francesco – e anche per quelli che si sono salvati e che in questo momento sono in tanti posti di accoglienza, ammucchiati, sperando che le pratiche legali si affrettino per potersene andare in un’altra parte, più comodi, in altri centri di accoglienza”.