Vita Chiesa

Francesco, Messa «in coena Domini» alla «Don Gnocchi»: essere servi gli uni degli altri

“Santità, benvenuto tra noi”, ha subito gridato uno degli ospiti con entusiasmo, in segno di benvenuto. Subito prima, all’esterno, il Papa ha percorso a piedi il portico antistante la basilica, salutando e stringendo mani di ospiti, parenti e volontari. Il culmine della celebrazione sarà la lavanda dei piedi a dodici disabili del centro.

Durante la Messa Francesco ha pronunciato una breve omelia, tre minuti circa, interamente a braccio, sotto forma di meditazione. Il Papa, che si è soffermato sul gesto della lavanda dei piedi, da lui compiuto subito dopo. “Abbiamo sentito quello che Gesù ha fatto”, ha esordito il Papa riferendosi al Vangelo: “È un gesto di congedo – ha spiegato -. È come un’eredità che ci lascia. Lui è vivo e si è fatto servo, servitore nostro. E questa è l’eredità che voi dovete avere: essere servitori gli uni degli altri”. “Lui ha fatto questa strada per amore – ha fatto notare il Papa – anche voi dovete essere servitori per amore”.

Lavando i piedi agli apostoli, Gesù “fa un servizio da schiavo, da servo, e lo lascia come eredità a noi: noi dobbiamo essere servi gli uni degli altri”, ha detto il Papa, che nell’omelia ha ricordato che quello della lavanda dei piedi “è un gesto simbolico, lo facevano i servi: quando arrivava gente a cena, le strade a quel tempo erano sporche, e quando entravano a casa era necessario lavare i piedi”. “Per questo, Gesù quando ha istituito l’Eucaristia ha fatto questo gesto, che ci ricorda che noi dobbiamo essere servi gli uni degli altri”. “Io lo farò – ha concluso il Papa – ma tutti noi nel nostro cuore pensiamo agli altri, all’amore che Gesù ci dice che dobbiamo avere per gli altri. E pensiamo a come possiamo servire le altre persone”.

“Ringrazio tutti voi per l’accoglienza, per la vostra buona volontà, per la vostra pazienza, per la vostra fede, la testimonianza della vostra speranza”. È il saluto di Papa Francesco al termine della Messa “in Coena Domini”, durante la quale ha lavato, asciugato, accarezzato e baciato i piedi di 12 disabili, dai 16 agli 86 anni. “Che il Signore risorto vi visiti – ha proseguito il Santo Padre – vi consoli e sia in mezzo a tutti voi”. Subito prima, il presidente della Fondazione don Gnocchi, mons. Angelo Bazzarri, aveva ringraziato il Papa per “averci restituito la Chiesa del grembiule, che si nutre, che vive di carità”. Augurando buona Pasqua a Francesco, il presidente ha definito il gesto del Papa, che subito dopo la Messa si è intrattenuto a lungo con i 150 ospiti, i volontari e i familiari, “un carezza della sofferenza, non solo per il don Gnocchi”. Definendo, infine, gli ospiti della struttura di Casal del Marmo ha detto: “Sono gli ultimi della fila, la maglia nera di una certa cultura dell’efficientismo, ma nel Vangelo sono i primi”.