Vita Chiesa

Francesco a Karekin II: non sia dimenticato martirio popolo armeno

La «testimonianza tragica» del martirio vissuto anche oggi dai cristiani e nel secolo scorso dal popolo armeno «non deve essere dimenticata» perché «come nella Chiesa antica il sangue dei martiri divenne seme di nuovi cristiani, così ai nostri giorni il sangue di molti cristiani è divenuto seme dell’unità». Dell’ecumenismo della sofferenza e del martirio ha parlato questa mattina Papa Francesco ricevendo in Vaticano Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni.

«Il numero dei discepoli che hanno sparso il loro sangue per Cristo nelle tragiche vicende del secolo scorso – ha detto Papa Francesco – è certamente superiore a quello dei martiri dei primi secoli, e in questo martirologio i figli della nazione armena hanno un posto d’onore. Il mistero della croce, così caro alla memoria del vostro popolo, rappresentato nelle splendide croci in pietra che adornano ogni angolo della vostra terra, è stato vissuto da innumerevoli vostri figli come diretta partecipazione al calice della Passione. La loro testimonianza, tragica e alta insieme, non deve essere dimenticata». Il Papa ha quindi sottolineato nel suo discorso come «le sofferenze patite dai cristiani negli ultimi decenni hanno portato un contributo unico ed inestimabile anche alla causa dell’unità tra i discepoli di Cristo».

Ed ha aggiunto: «L’ecumenismo della sofferenza e del martirio è un potente richiamo a camminare lungo la strada della riconciliazione tra le Chiese, con decisione e fiducioso abbandono all’azione dello Spirito. Sentiamo il dovere di percorrere questa strada di fraternità anche per il debito di gratitudine che abbiamo verso la sofferenza di tanti nostri fratelli, divenuta salvifica perché unita alla passione di Cristo».

Da qui un esortazione: «Corriamo con fiducia nella corsa che ci sta davanti, sostenuti da un così grande numero di testimoni e imploriamo dal Padre quell’unità per la quale Gesù Cristo stesso pregò nell’Ultima Cena». Al termine del colloquio, lo scambio dei doni e fotografia di gruppo, il Patriarca Karekin II e Francesco si sono raccolti in una preghiera comune nella cappella Redemptoris Mater.