Vita Chiesa

Francesco a Movimento Focolari: «Contemplare, uscire e fare scuola»

Lo ha detto Papa Francesco ai partecipanti all’Assemblea generale del Movimento dei Focolari, in corso a Castel Gandolfo dal 1° settembre e che riunisce 500 persone di 137 Paesi. Durante l’udienza il Pontefice ha consegnato al Movimento tre parole: «Contemplare, uscire e fare scuola». «Oggi – ha detto – abbiamo più che mai bisogno di contemplare Dio e le meraviglie del suo amore. Contemplare significa inoltre vivere nella compagnia con i fratelli e le sorelle, spezzare con loro il Pane della comunione e della fraternità», perché «la contemplazione che lascia fuori gli altri è un inganno e un narcisismo». La seconda parola è «uscire» per «comunicare a tutti generosamente l’amore di Dio» con rispetto, gratuità e creatività, perché senza creatività “non si può andare avanti».

«Per fare questo – ha spiegato Francesco – occorre diventare esperti in quell’arte che si chiama dialogo e che non s’impara a buon mercato. Non possiamo accontentarci di mezze misure, non possiamo indugiare, ma piuttosto, con l’aiuto di Dio, puntare in alto e allargare lo sguardo!». Occorre dunque «uscire con coraggio» dove ci sono i «gemiti dei nostri fratelli», le «piaghe della società» e «gli interrogativi della cultura del nostro tempo». «Fa dolore – è stato il monito del Pontefice – vedere quando i cristiani incominciano a fare bizantinismi filosofici, teologici, spirituali. Oggi non abbiamo diritto alla riflessione bizantinista. Dobbiamo uscire! Perché la Chiesa sembra un ospedale da campo: e quando si va in un ospedale da campo, il primo lavoro è curare le ferite, non fare il dosaggio del colesterolo. Questo verrà dopo. È chiaro?».

Infine, la terza parola: «fare scuola». «Senza una adeguata opera di formazione delle nuove generazioni – ha affermato – è illusorio pensare di poter realizzare un progetto serio e duraturo a servizio di una nuova umanità». Bisogna formare «uomini e donne nuovi», ha concluso Francesco, citando Chiara Lubich, fondatrice del Movimento. «Uomini e donne con l’anima, il cuore, la mente di Gesù e per questo capaci di riconoscere e di interpretare i bisogni, le preoccupazioni e le speranze che albergano nel cuore di ogni uomo».