Vita Chiesa

Francesco a maestranze Acciaierie di Terni: «Il lavoro è un bene di tutti»

«Di fronte all’attuale sviluppo dell’economia e al travaglio che attraversa l’attività lavorativa – ha osservato il Pontefice -, occorre riaffermare che il lavoro è una realtà essenziale per la società, per le famiglie e per i singoli. Il lavoro, infatti, riguarda direttamente la persona, la sua vita, la sua libertà e la sua felicità. Il valore primario del lavoro è il bene della persona umana, perché la realizza come tale, con le sue attitudini e le sue capacità intellettive, creative e manuali». Da qui deriva che «il lavoro non ha soltanto una finalità economica e di profitto, ma soprattutto una finalità che interessa l’uomo e la sua dignità. E se manca il lavoro questa dignità viene ferita! Chi è disoccupato o sottoccupato rischia, infatti, di essere posto ai margini della società, di diventare una vittima dell’esclusione sociale». Tante volte «le persone senza lavoro – penso soprattutto ai tanti giovani oggi disoccupati – scivolano nello scoraggiamento cronico o peggio nell’apatia».

Il «gravissimo problema della disoccupazione che interessa diversi Paesi europei», per il Santo Padre, «è la conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro!». Pertanto, «i diversi soggetti politici, sociali ed economici sono chiamati a favorire un’impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà, per assicurare a tutti la possibilità di svolgere un’attività lavorativa dignitosa». Il lavoro, ha ricordato Francesco, «è un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti. La fase di grave difficoltà e di disoccupazione richiede di essere affrontata con gli strumenti della creatività e della solidarietà. La creatività di imprenditori e artigiani coraggiosi, che guardano al futuro con fiducia e speranza. E la solidarietà fra tutte le componenti della società, che rinunciano a qualcosa, adottano uno stile di vita più sobrio, per aiutare quanti si trovano in una condizione di necessità». Questa «grande sfida» interpella «tutta la comunità cristiana. Per questo oggi siete venuti qui insieme: Acciaierie, vescovo, comunità diocesana. E per questo la storia contemporanea della vostra Chiesa è inseparabilmente legata alla visita del beato Giovanni Paolo II alle Acciaierie!».

«Tutta la Chiesa è impegnata in una conversione pastorale e missionaria», ha evidenziato il Papa. A tale proposito, ha aggiunto, «l’impegno primario è sempre quello di ravvivare le radici della fede e della vostra adesione a Gesù Cristo. Qui sta il principio ispiratore delle scelte di un cristiano: la sua fede. La fede sposta le montagne! La fede cristiana è in grado di arricchire la società grazie alla carica di fraternità concreta che porta in sé stessa. Una fede accolta con gioia, vissuta a fondo e con generosità può conferire alla società una forza umanizzante». Pertanto, «siamo tutti chiamati a cercare modi sempre nuovi per testimoniare con coraggio una fede viva e vivificante». Poi il Pontefice ha rivolto un invito: «Non smettete mai di sperare in un futuro migliore. Non lasciatevi intrappolare dal vortice del pessimismo! Se ciascuno farà la propria parte, se tutti metteranno sempre al centro la persona umana, con la sua dignità, se si consoliderà un atteggiamento di solidarietà e condivisione fraterna, ispirato al Vangelo, si potrà uscire dalla palude di una stagione economica e lavorativa faticosa e difficile».