Vita Chiesa

Francesco a vescovi del Burundi: prendere parte al dialogo socio-politico

«Il vostro Paese – ha esordito il Santo Padre – ha conosciuto, in un passato ancora prossimo, terribili conflitti, e il popolo del Burundi resta troppo spesso diviso, le ferite profonde non si sono ancora rimarginate». «Solo un’autentica conversione dei cuori al Vangelo – ha ammonito il Papa richiamando il Paese africano all’unità – può inclinare gli uomini all’amore fraterno e al perdono». «L’evangelizzazione in profondità del vostro popolo – ha proseguito il Pontefice – resta la prima delle vostre preoccupazioni, perché per raggiungere un’autentica riconciliazione la Chiesa ha bisogno di testimoni che mettano la loro vita in accordo con la loro fede». «Il vostro Paese – ha detto Francesco nella parte finale del discorso – ha conosciuto una storia recente difficile, attraversata dalla divisione e dalla violenza, in un contesto di grande povertà che purtroppo perdura. Malgrado ciò, gli sforzi coraggiosi di evangelizzazione portano numerosi frutti di conversione e di riconciliazione». Di qui l’invito a «non indebolire la speranza, ma ad andare coraggiosamente avanti».

Un appello ad «uscire» per annunciare il Vangelo. A rivolgerlo è stato il Papa, che nel discorso ai vescovi del Burundi, ricevuti oggi in udienza, ha esortato a «prendersi cura della formazione dei seminaristi, che il Signore chiama numerosi nel vostro Paese», ha aggiunto riferendosi alla recente apertura di un quarto seminario. «Oltre alla formazione intellettuale indispensabile – le parole del Papa – i futuri preti devono ricevere anche una solida formazione spirituale, umana e pastorale», perché è «in tutta la loro vita, nel quotidiano delle loro relazioni umane, che porteranno il Vangelo a tutti». «Le vocazioni sono oggi fragili, e i giovani hanno bisogno di essere accuratamente accompagnati nei loro percorsi», ha raccomandato il Papa: «Devono avere come formatori dei preti che siano degli autentici esempi di gioia e di perfezione sacerdotale, che si facciano loro prossimi, che condividano la loro vita, che siano veramente al loro ascolto in modo da conoscerli per meglio guidarli». «È solamente a questo prezzo – ha fatto notare il Papa – che un giusto discernimento può essere esercitato, e dei malaugurati errori evitati».

«La formazione, sia umana che cristiana, della gioventù è una chiave per il futuro di un Paese dove la popolazione si rinnova in fretta». Lo ha detto il Papa, che ha esortato i vescovi del Burundi, ricevuti in udienza oggi, a continuare a coltivare questa «priorità». «In un mondo in via di secolarizzazione – ha affermato – è necessario donare alle nuove generazioni una visione autentica dell’esistenza, della società, della famiglia». Di qui l’incoraggiamento del Papa «a perseverare ancora nell’opera educativa che svolgete già in maniera considerevole: il numero delle scuole cattoliche è importante, l’insegnamento dispensato è di qualità». «Fate tutto il possibile affinché, a tutti i livelli, i formatori siano essi stessi solidamente radicati nella fede e nella pratica del Vangelo», l’invito di Francesco: «Non esitate a fare in modo che il più vasto numero possibile di giovani possa beneficiare dell’annuncio della fede, ivi compresi gli istituti pubblici; che la Chiesa sia, inoltre, presente nell’insegnamento superiore e nelle università, al fine di sensibilizzare ai valori cristiani i futuri responsabili della società, in modo che essa sia più umana e più giusta».