Vita Chiesa

Francesco ad Aparecida: «Giovani, motore per la Chiesa e la società»

Dinanzi a una folla immensa, con giovani provenienti da tutto il mondo, il Pontefice ha affermato: «Quanta gioia mi dà venire alla casa della Madre di ogni brasiliano, il santuario di Nostra Signora di Aparecida». «Oggi ho voluto venire qui per chiedere a Maria, nostra madre, il buon esito della Giornata mondiale della gioventù e mettere ai suoi piedi la vita del popolo latinoamericano». Papa Bergoglio ha ricordato che sei anni or sono in quello stesso luogo si svolse la quinta Conferenza generale dell’episcopato latino-americano, durante la quale «è avvenuto un fatto bellissimo di cui ho potuto rendermi conto di persona: vedere come i Vescovi – che hanno lavorato sul tema dell’incontro con Cristo, il discepolato e la missione – si sentivano incoraggiati, accompagnati e, in un certo senso, ispirati dalle migliaia di pellegrini che venivano ogni giorno ad affidare la loro vita alla Madonna».

Così il Documento di Aparecida è nato, secondo il Papa, «proprio da questo intreccio fra i lavori dei pastori e la fede semplice dei pellegrini, sotto la protezione materna di Maria». Pensando ai giovani della Gmg, il Papa ha poi svolto una riflessione sul ruolo e sulla figura dell’educatore, per chiedere alla Madonna che «aiuti tutti noi, i pastori del popolo di Dio, i genitori e gli educatori, a trasmettere ai nostri giovani i valori che li rendano artefici di una nazione e di un mondo più giusti, solidali e fraterni». Jorge Mario Bergoglio ha richiamato in tal senso tre atteggiamenti. Anzitutto occorre «mantenere la speranza». Rifacendosi a una lettura della messa, ha spiegato: «Quante difficoltà ci sono nella vita di ognuno, nella nostra gente, nelle nostre comunità, ma per quanto grandi possano apparire, Dio non lascia mai che ne siamo sommersi. Davanti allo scoraggiamento che potrebbe esserci nella vita, in chi lavora all’evangelizzazione oppure in chi si sforza di vivere la fede come padre e madre di famiglia, vorrei dire con forza: abbiate sempre nel cuore questa certezza: Dio cammina accanto a voi, in nessun momento vi abbandona. Non perdiamo mai la speranza», «non spegniamola mai nel nostro cuore!».

Papa Francesco, durante l’omelia, ha affermato: «Incoraggiamo la generosità che caratterizza i giovani, accompagniamoli nel diventare protagonisti della costruzione di un mondo migliore: sono un motore potente per la Chiesa e per la società. Non hanno bisogno solo di cose, hanno bisogno soprattutto che siano loro proposti quei valori immateriali che sono il cuore spirituale di un popolo, la memoria di un popolo». Il Papa ha elencato: «Spiritualità, generosità, solidarietà, perseveranza, fraternità, gioia; sono valori che trovano la loro radice più profonda nella fede cristiana». Il secondo atteggiamento cui ha fatto riferimento Papa Francesco nell’omelia è «lasciarsi sorprendere da Dio. Chi è uomo, donna di speranza – la grande speranza che ci dà la fede – sa che, anche in mezzo alle difficoltà, Dio agisce e ci sorprende. La storia di questo Santuario ne è un esempio». «Chi avrebbe mai immaginato – ha detto il Papa, facendo riferimento alla storia di Aparecida – che il luogo di una pesca infruttuosa sarebbe diventato il luogo in cui tutti i brasiliani possono sentirsi figli di una stessa Madre? Dio sempre stupisce, come il vino nuovo nel Vangelo che abbiamo ascoltato. Dio riserva sempre il meglio per noi. Ma chiede che noi ci lasciamo sorprendere dal suo amore, che accogliamo le sue sorprese. Fidiamoci di Dio».

Il terzo atteggiamento che Papa Francesco ha segnalato durante l’omelia è «vivere nella gioia». Ha detto Francesco: «Cari amici, se camminiamo nella speranza, lasciandoci sorprendere dal vino nuovo che Gesù ci offre, nel nostro cuore c’è gioia e non possiamo che essere testimoni di questa gioia. Il cristiano è gioioso, non è mai triste». Gesù «ci ha mostrato che il volto di Dio è quello di un Padre che ci ama. Il peccato e la morte sono stati sconfitti. Il cristiano non può essere pessimista! Non ha la faccia di chi sembra trovarsi in un lutto perpetuo. Se siamo davvero innamorati di Cristo e sentiamo quanto ci ama, il nostro cuore si ‘infiammerà’ di una gioia tale che contagerà quanti vivono vicini a noi».

«Pregate per me. Che Dio vi benedica»: al termine della messa al santuario nazionale di Aparecida, Papa Francesco è uscito dalla chiesa e dal balcone del seminario adiacente ha salutato l’immensa folla che ha seguito la celebrazione sul piazzale antistante. Bergoglio si è scusato: «Non parlo brasiliano», ha detto, esprimendosi poi nella sua lingua, lo spagnolo. Ha ringraziato tutti i presenti, ai quali ha poi domandato: «Una madre può dimenticarsi dei suoi figli? No, perché una madre ama i suoi figli». Il Pontefice ha quindi benedetto i presenti stringendo fra le mani la piccola effige della Madonna venerata ad Aparecida, quindi l’ha posta su una colonna e le ha rivolto un battimani, seguito dai fedeli. «Che Nostra Signora pensi a voi, ai vostri figli, ai vostri cari e vi benedica», ha concluso.