Vita Chiesa

Francesco ai Superiori generali: il 2015 dedicato alla vita consacrata

A darne notizia è un comunicato dell’Unione, riferendo che nell’incontro, durato tre ore, Papa Francesco ha risposto a braccio alle domande poste dai superiori generali, in tutto 120. I religiosi, ha osservato il Santo Padre, “sono uomini e donne che possano svegliare il mondo” perché “la vita consacrata è profezia”. Dio, ha detto ancora, “ci chiede di uscire dal nido che ci contiene ed essere inviati nelle frontiere del mondo, evitando la tentazione di addomesticarle”. Nel sottolineare l’importanza del dialogo interculturale, il Papa ha osservato che occorre introdurre nel governo degli Istituti religiosi persone di varie culture. Centrale la formazione, basata per il Pontefice, si legge nella nota, su quattro pilastri fondamentali: formazione spirituale, intellettuale, comunitaria e apostolica. Da qui l’invito a evitare ogni forma di ipocrisia e clericalismo: “La formazione è un’opera artigianale, non poliziesca”, “l’obiettivo è formare religiosi che abbiano un cuore tenero e non acido come l’aceto. Tutti siamo peccatori, ma non corrotti. Si accettino i peccatori, ma non i corrotti”.

La fraternità, ha affermato quindi Papa Francesco, ha una forza di attrazione enorme. A volte è difficile, ma se non la si vive non si è fecondi. “Mai – il suo monito – dobbiamo agire come gestori davanti al conflitto di un fratello: bisogna accarezzare il conflitto”. Per quanto riguarda le frontiere della missione dei consacrati, esse, il parere del Pontefice, “vanno cercate sulla base dei carismi”. Le realtà di esclusione rimangono le priorità più significative. Accanto a queste sfide, ha citato quella culturale e quella educativa nelle scuole e nelle università. Indicando tre pilastri dell’educazione: “Trasmettere conoscenza, trasmettere modi di fare, trasmettere valori”, il Papa ha chiarito che “attraverso questi si trasmette la fede”. Per questo “l’educatore deve essere all’altezza delle persone che educa, e interrogarsi su come annunciare Gesù Cristo a una generazione che cambia”. Il ringraziamento del Pontefice, infine, ai superiori generali per lo “spirito di fede e la ricerca del servizio”; per la “testimonianza”, e “anche per le umiliazioni per le quali dovete passare”.