Vita Chiesa

Francesco al Regina caeli: «Una Chiesa viva sorprende e scompiglia»

Per il Pontefice, «un elemento fondamentale della Pentecoste è la sorpresa. Il nostro Dio è il Dio delle sorprese, lo sappiamo. Nessuno si aspettava più nulla dai discepoli: dopo la morte di Gesù erano un gruppetto insignificante, degli sconfitti orfani del loro Maestro». Invece «si verifica un evento inatteso che suscita meraviglia: la gente rimane turbata perché ciascuno udiva i discepoli parlare nella propria lingua, raccontando le grandi opere di Dio». La Chiesa che nasce a Pentecoste è «una comunità che suscita stupore perché, con la forza che le viene da Dio, annuncia un messaggio nuovo – la Risurrezione di Cristo – con un linguaggio nuovo – quello universale dell’amore. Un annuncio nuovo: Cristo è vivo, è risorto; un linguaggio nuovo: il linguaggio dell’amore. I discepoli sono rivestiti di potenza dall’alto e parlano con coraggio – pochi minuti prima erano tutti codardi, ma adesso parlano con coraggio e franchezza, con la libertà dello Spirito Santo».

Così, per il Santo Padre, «è chiamata ad essere sempre la Chiesa: capace di sorprendere annunciando a tutti che Gesù il Cristo ha vinto la morte, che le braccia di Dio sono sempre aperte, che la sua pazienza è sempre lì ad attenderci per guarirci, per perdonarci. Proprio per questa missione Gesù risorto ha donato il suo Spirito alla Chiesa». «Attenzione», quindi: «Se la Chiesa è viva, sempre deve sorprendere. È proprio della Chiesa viva sorprendere. Una Chiesa che non abbia la capacità di sorprendere è una Chiesa debole, ammalata, morente e deve essere ricoverata nel reparto di rianimazione, quanto prima!», ha osservato Francesco. Non solo: «Qualcuno, a Gerusalemme, avrebbe preferito che i discepoli di Gesù, bloccati dalla paura, rimanessero chiusi in casa per non creare scompiglio. Anche oggi tanti vogliono questo dai cristiani. Invece il Signore risorto li spinge nel mondo: ‘Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi’». In realtà, ha spiegato il Papa, «la Chiesa di Pentecoste è una Chiesa che non si rassegna ad essere innocua, troppo ‘distillata’. No, non si rassegna a questo! Non vuole essere un elemento decorativo». (segue)

«È una Chiesa – ha precisato il Pontefice – che non esita ad uscire fuori, incontro alla gente, per annunciare il messaggio che le è stato affidato, anche se quel messaggio disturba o inquieta le coscienze, anche se quel messaggio porta, forse, problemi e anche, a volte, ci porta al martirio». Essa «nasce una e universale, con un’identità precisa, ma aperta, una Chiesa che abbraccia il mondo ma non lo cattura; lo lascia libero, ma lo abbraccia come il colonnato di questa piazza: due braccia che si aprono ad accogliere, ma non si richiudono per trattenere. Noi cristiani siamo liberi, e la Chiesa ci vuole liberi!», ha sottolineato il Santo Padre, prima di rivolgersi «alla Vergine Maria, che in quel mattino di Pentecoste era nel Cenacolo, e la Madre era con i figli». «In lei – ha concluso – la forza dello Spirito Santo ha compiuto davvero ‘cose grandi’. Lei stessa lo aveva detto. Lei, Madre del Redentore e Madre della Chiesa, ottenga con la sua intercessione una rinnovata effusione dello Spirito di Dio sulla Chiesa e sul mondo».

 «Come sapete, questa sera in Vaticano i presidenti di Israele e Palestina si uniranno a me e al Patriarca ecumenico di Costantinopoli, mio fratello Bartolomeo, per invocare da Dio il dono della pace nella Terra Santa, in Medio Oriente e nel mondo intero». Ieri mattina, Papa Francesco, dopo la recita del Regina Cæli con i fedeli giunti in piazza San Pietro, ha ricordato l’invocazione di preghiera nei Giardini vaticani con Shimon Peres e Mahmoud Abbas. «Desidero ringraziare tutti coloro che, personalmente e in comunità, hanno pregato e stanno pregando per questo incontro, e si uniranno spiritualmente alla nostra supplica. Grazie! Grazie tante!», ha aggiunto il Pontefice, il quale, dopo aver salutato vari gruppi di pellegrini presenti, ha rinnovato l’invito a pregare per lui.