Vita Chiesa

Francesco in Terra Santa: P. Pizzaballa, «Cenacolo? Nessuna restituzione»

Così padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha risposto ai giornalisti a proposito degli scioperi del personale del ministero degli Esteri in Israele che, secondo alcune fonti di stampa, metterebbero a rischio il viaggio in Terra Santa di cui oggi, a Gerusalemme, è stato illustrato il programma.

La celebrazione del 26 maggio, nella sala del Cenacolo, «è un’eccezione ma non una novità assoluta. In nessun modo può essere intesa come un gesto distensivo israeliano tale da far pensare a una restituzione del Cenacolo alla Chiesa». Lo afferma al Sir il custode di Terra Santa, p. Pierbattista Pizzaballa, commentando il programma del prossimo viaggio di Papa Francesco, divulgato oggi a Gerusalemme. Sul Cenacolo, spiega il custode, «c’è già un accordo di principio col Governo. Non si parla di restituzione. Inutile caricare questa celebrazione di significati che non ci sono tanto più che questi ci provocherebbero problemi con gli ebrei religiosi e con gli stessi musulmani». «Giovanni Paolo II – ricorda Pizzaballa – celebrò al Cenacolo con gli Ordinari cattolici, mentre Benedetto XVI pregò lì il Regina Coeli. È stato questo l’appiglio utile per ottenere la celebrazione della Messa nel Cenacolo. Lo stesso Paolo VI non celebrò nel Cenacolo, e ordinariamente nessuno lo fa. Lunedì 26 maggio non è prevista Messa pubblica del Papa così, piuttosto che celebrare in una cappella privata, si è pensato di farlo nel Cenacolo con i vescovi locali. Abbiamo un po’ insistito per questa celebrazione proprio per ribadire che esiste questo diritto e desiderio, ma resta un’eccezione».

Allargando lo sguardo al viaggio, il custode vede «nel taglio ecumenico la novità di questa visita come testimonia l’incontro al Santo Sepolcro con Bartolomeo I. Cinquanta anni fa, Paolo VI e Atenagora si incontrarono nella periferia di Gerusalemme. Ora, invece, Papa Francesco e Bartolomeo I saranno nel cuore della cristianità, in quel Sepolcro che è anche il simbolo delle nostre divisioni. Un segno molto forte che getta le basi per il futuro». Un viaggio importante ma a rischio a causa degli scioperi del personale del ministero degli Esteri in Israele: «Nessun rischio – dice convinto il custode – gli scioperi non lo metteranno a repentaglio. Non ci saranno né modifiche, né cancellazioni».