Vita Chiesa
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Francesco in visita a casa d'accoglienza: «Recuperare senso del dono e della solidarietà»

«Dobbiamo recuperare tutti il senso del dono, della gratuità, della solidarietà. Un capitalismo selvaggio ha insegnato la logica del profitto ad ogni costo, del dare per ottenere, dello sfruttamento senza guardare alle persone… e i risultati li vediamo nella crisi che stiamo vivendo». Così Papa Francesco, recatosi questa sera presso la Casa di accoglienza «Dono di Maria» in Vaticano, nel suo saluto alle Missionarie della carità, ai poveri assistiti e ai volontari.

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Parole chiave: solidarietà (13)

Rammentando che la struttura è stata voluta da Giovanni Paolo II, e da lui inaugurata con Madre Teresa di Calcutta (nel 1988, ndr), il Papa ha osservato: «Questa è una cosa fra i santi, fra beati!» e «la santità è passata; è bello questo!». Tre le parole sui cui il Pontefice si è soffermato: casa, dono e Maria. «Casa» nel senso più bello del termine: «un luogo di accoglienza, una dimora, un ambiente umano dove stare bene, ritrovare se stessi», che richiama il calore e l'affetto «che si possono sperimentare in una famiglia». La «casa» allora rappresenta «la ricchezza umana più preziosa, quella dell'incontro», delle relazioni tra le persone, «diverse per età, per cultura e per storia, ma che vivono insieme e che insieme si aiutano a crescere». Proprio per questo, la «casa» è un «luogo decisivo nella vita, dove la vita cresce e si può realizzare, perché è un luogo in cui ogni persona impara a ricevere amore e a donare amore».

Anche la parola «dono», secondo papa Francesco, «qualifica questa Casa e ne definisce l'identità». Dono reciproco, ha precisato, perché «la Casa dona accoglienza, sostegno materiale e spirituale a voi, cari ospiti, provenienti da diverse parti del mondo; ma anche voi siete un dono per questa Casa e per la Chiesa». «Voi ci dite che amare Dio e il prossimo» è «qualcosa di profondamente concreto: vuol dire vedere in ogni persona il volto del Signore da servire, e servirlo concretamente», e «voi siete» il «volto di Gesù» donando «la possibilità a quanti operano in questo luogo di servire Gesù in chi è in difficoltà, in chi ha bisogno di aiuto».

Questa Casa, ha detto il Papa, «è una luminosa trasparenza della carità di Dio», Padre «buono e misericordioso verso tutti»; una «scuola» di carità «che insegna ad andare incontro ad ogni persona, non per profitto, ma per amore», e l'amore è la sua «musica». Infine Maria: la struttura «si qualifica come un dono «di Maria», che «ha fatto della sua esistenza un incessante e prezioso dono a Dio, perché amava il Signore. Maria è un esempio e uno stimolo per coloro che vivono in questa Casa, e per tutti noi, a vivere la carità verso il prossimo non per una sorta di dovere sociale, ma partendo dall'amore di Dio, dalla carità di Dio». «Qui - ha concluso il Pontefice - si cerca di amare il prossimo, ma anche di lasciarsi amare dal prossimo». Due atteggiamenti che camminano assieme: «non può esserci l'uno, se non c'è anche l'altro».

Fonte: Sir
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