Vita Chiesa

Francesco incontra in Vaticano detenuti di Pisa e Pianosa

Li accompagnavano i cappellani delle rispettive carceri, tra cui don Roberto Filippini, due suore e alcuni magistrati di sorveglianza. E prima dell’udienza si erano recati nelle Grotte vaticane per una Messa. Quando Papa Francesco l’ha saputo ha subito chiesto di incontrarli a parte, prima di uscire in piazza San Pietro per l’udienza generale. L’incontro è avvenuto a Santa Marta, dove il Papa risiede. Era presente all’incontro anche il segretario del Sinodo dei vescovi, il pisano (è originario di Barga) mons. Lorenzo Baldisseri, che nel fine settimana riceverà la porpora, durante il Concistoro. È  stato «un incontro bellissimo, commovente – ha riferito all’Ansa mons. Baldisseri -. Il Papa ha voluto salutarli e benedirli uno ad uno, li ha molto incoraggiati, il suo è stato un segno di grande paternità spirituale nei confronti di persone che sono profondamente impegnate in un percorso spirituale».

Dei 19 detenuti, otto provenivano dal «Don Bosco» di Pisa (sette uomini e una donna, l’unica del gruppo) ed avevano lunghe condanne definitive, gli altri 11 dal carcere di Pianosa. Tra quest’ultimi vi erano anche reclusi originari dell’America latina. «Questa è casa vostra», avrebbe detto loro il Papa, secondo la testimonianza riportata dall’Ansa di Liberata Di Lorenzo, capo dell’area educativa del carcere Don Bosco di Pisa. «È stato un incontro molto commovente – ha raccontato l’educatrice – e abbiamo pianto tutti. Papa Francesco ha confermato la sua straordinaria umanità e umiltà». Durante il colloquio, ha spiegato Di Lorenzo, «ci ha raccontato la storia della Madonna dei nodi e davanti a quel dipinto, molto evocativo vista la situazione, abbiamo fatto una foto tutti insieme». Uno dei detenuti pisani, ha aggiunto l’educatrice, era letteralmente «paralizzato dalla paura e dall’emozione, non aveva neppure il coraggio di avvicinarsi perché non si riteneva all’altezza di quell’incontro». «Mi ha detto – ha concluso Di Lorenzo – che nella sua vita non ha avuto paura in situazioni assai più pericolose e difficili di quella di oggi eppure ha chiesto a me di accompagnarlo a salutare il Papa perché non aveva la forza di farlo da solo».