Vita Chiesa

Francesco, udienza: Eucarestia sorgente della vita della Chiesa

L’Eucaristia «si colloca nel cuore dell’iniziazione cristiana, insieme al Battesimo e alla Confermazione, e costituisce la sorgente della vita stessa della Chiesa», ha detto il Papa, che prima di cominciare la catechesi dell’udienza generale di oggi ha rivolto un saluto alla folla dei fedeli, coraggiosa nonostante la pioggia: «Buongiorno», ha detto: «Ma non è una buona giornata, è un po’ brutta». Secondo il Papa, «quello che vediamo quando ci raduniamo per celebrare l’Eucaristia, ci fa già intuire che cosa stiamo per vivere». Al centro dello spazio destinato alla celebrazione si trova l’altare, che «è una mensa, ricoperta da una tovaglia, e questo ci fa pensare ad un banchetto». Sulla mensa c’è una croce, «a indicare che su quell’altare si offre il sacrificio di Cristo: è Lui il cibo spirituale che lì si riceve, sotto i segni del pane e del vino». Accanto alla mensa «c’è l’ambone, cioè il luogo da cui si proclama la Parola di Dio»: questo indica che «lì ci si raduna per ascoltare il Signore che parla mediante le Sacre Scritture, e dunque il cibo che si riceve è anche la sua Parola». «Parola e Pane nella Messa diventano un tutt’uno, come nell’Ultima Cena, quando tutte le parole di Gesù, tutti i segni che aveva fatto, si condensarono nel gesto di spezzare il pane e di offrire il calice, anticipo del sacrificio della croce», ha commentato il Papa.

«La celebrazione eucaristica è ben più di un semplice banchetto: è il memoriale della Pasqua di Gesù, il mistero centrale della salvezza», ha sottolineato il Papa, precisando che «memoriale» non significa «solo un semplice ricordo, ma vuol dire che ogni volta che celebriamo questo sacramento partecipiamo al mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo». «L’Eucaristia costituisce il vertice dell’azione di salvezza di Dio», ha proseguito: «Il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, così da rinnovare il nostro cuore, la nostra esistenza e il nostro modo di relazionarci con Lui e con i fratelli». È per questo che, «comunemente», quando ci si accosta a questo Sacramento, si dice di «ricevere la Comunione», di «fare la Comunione»: «Questo significa – ha spiegato il Papa – che nella potenza dello Spirito Santo, la partecipazione alla mensa eucaristica ci conforma in modo unico e profondo a Cristo, facendoci pregustare già ora la piena comunione col Padre che caratterizzerà il banchetto celeste, dove con tutti i santi avremo la gioia inimmaginabile di contemplare Dio faccia a faccia». Eucaristia significa «ringraziamento», ha ricordato il Papa: «Ringraziamento al Padre che ci ha amato tanto da dare il suo figlio per amore», «gesto di Dio e dell’uomo insieme, gesto di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo».

«Non ringrazieremo mai abbastanza il Signore per il dono che ci ha fatto con l’Eucaristia!». Con questa esclamazione il Papa ha concluso la catechesi dell’udienza generale di oggi, dedicata al sacramento dell’Eucaristia, che «è un dono tanto grande», ha detto Papa Francesco a braccio: «E per questo – ha proseguito – è tanto importante andare a Messa la domenica: non solo per pregare ma per ricevere la comunione, questo pane che è il corpo di Gesù Cristo e che ci salva, ci perdona, ci unisce al Padre». «È bello fare questo!», ha esclamato il Papa: «Tutte le domeniche andiamo a Messa perché è il giorno della Resurrezione del Signore: per questo è importante, perché sentiamo l’appartenenza alla Chiesa, al popolo di Dio, a Gesù Cristo. E non finiremo mai di coglierne tutto il valore e la ricchezza». «Chiediamogli allora che questo sacramento possa continuare a mantenere viva nella Chiesa la sua presenza e a plasmare le nostre comunità nella carità e nella comunione, secondo il cuore del Padre», l’auspicio del Papa. Un impegno, questo, «durante tutta la vita», ma che «si incomincia a farlo il giorno della prima comunione»: «È importante che i bambini si preparino bene alla prima comunione, perché nessun bambino non la faccia. È il primo passo di questa appartenenza a Gesù Cristo, dopo il battesimo», ha concluso il Papa.

Nel consueto appuntamento del mercoledì, Papa Francesco non ha mutato oggi in nessun particolare il lungo giro sulla jeep bianca scoperta per salutare la folla. Nessun «copricapo» particolare, oltre lo zucchetto bianco, e nessun ombrello aperto sulla sua testa durante il tragitto, lungo il quale come avviene d’abitudine ha salutato, accarezzato e baciato i bambini che i solerti uomini della sicurezza gli hanno «passato», avvolti in impermeabili e cappucci. Solo una volta è sceso dalla «papamobile», per percorrere a piedi il tragitto che dal centro della piazza va verso il palco sotto l’ingresso della basilica.

E al termine dell’udienza ha rivolto un saluto speciale ai «tanti fratelli e sorelle che soffrono a causa della pioggia, anche qui a Roma». «VI siamo vicini, col nostro sforzo, la nostra solidarietà e il nostro amore», ha assicurato il Papa a tutti coloro che sono vittima dei danni causati dal maltempo. Poi un pensiero agli ammalati: «Oggi gli ammalati sono in Aula Paolo VI», ha detto il Papa, quasi facendo una confidenza ai fedeli: «Li ho potuti salutare prima dell’udienza, e loro hanno seguito l’udienza attraverso lo schermo». All’inizio dei saluti, il Papa si era rivolto ai vescovi che partecipano al convegno promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e che stanno svolgendo la settimana di studio sulla «formazione umana dei candidati al sacerdozio», organizzata dalla Pontificia Università della Santa Croce. «Per voi auspico che la visita al sepolcro di Pietro sia occasione propizia per un rinnovato impegno missionario nell’annuncio del Vangelo, particolarmente verso gli ultimi e i poveri», le parole del Papa, che ha salutato anche i militari della Brigata Sassari, che hanno cantato il loro inno.

Durante l’udienza generale di oggi, Papa Francesco ha incontrato la madre e i legali di Victor Saldano, argentino condannato a morte in Texas. Anche la Comunità di Sant’Egidio di Buenos Aires, da sempre impegnata per la lotta alla pena di morte e per la salvezza di Vìctor, ha accompagnato la delegazione. L’avvocato di Soldano, Vegas, alla vigilia dell’incontro di oggi aveva rilasciato alcune dichiarazioni ai media riguardo allo stato di «totale prostrazione psicologica» del detenuto argentino, dopo 17 anni di permanenza nel «braccio della morte». «Parleremo al Pontefice, simbolo a livello mondiale per la forza della sua autorità morale – aveva detto il legale -, e gli faremo presente come tra le nostre richieste ci sia il fatto che Saldano, in virtù del suo stato psicologico, sia almeno detenuto in un carcere comune».