Vita Chiesa

Francesco, udienza: le Beatitudini, strada per la felicità

Il Papa si è soffermato soprattutto con i bambini- il primo a salutarlo è stato un ragazzo in carrozzina – e con i giovani, ai quali ha lasciato anche scattare gli immancabili “selfie”. In sottofondo, il coro “Francesco, Francesco!”. Anche una bimba di pochi mesi, tutta vestita di organza bianca, è spuntata da dietro le transenne, grazie a potenti mani adulte che la tenevano, ed è riuscita a salutare il Papa mentre piangeva. Forse era un pò spaventata, e il Santo Padre l’ha accarezzata.

Il Precursore. Giovanni Battista è “il precursore, colui che prepara la venuta del Signore, predisponendo il popolo alla conversione del cuore e all’accoglienza della consolazione di Dio ormai vicina”. A soffermarsi su questa figura è stato il Papa, che nella prima udienza dopo la pausa di luglio ha parlato di Giovanni Battista definito “cerniera tra l’Antico e il Nuovo Testamento”. Per il Vangelo di Giovanni è il “testimone”, in quanto “ci fa riconoscere in Gesù Colui che viene dall’alto, per perdonare i nostri peccati e per fare del suo popolo la sua sposa, primizia dell’umanità nuova”. Continuando il ciclo di catechesi sulla Chiesa, il Papa oggi ha parlato della “novità che caratterizza questo popolo: si tratta davvero di un nuovo popolo, che si fonda sulla nuova alleanza, stabilita dal Signore Gesù con il dono della sua vita”. “Questa novità non nega il cammino precedente né si contrappone ad esso, ma anzi lo porta a compimento”, ha ammonito. “Con la sua testimonianza – ha detto il Papa – Giovanni ci indica Gesù, ci invita a seguirlo, e ci dice senza mezzi termini che questo richiede umiltà, pentimento e conversione”.

Un compito a casa. “Facciamo così: io le dirò una dopo l’altra, e voi le ripeterete”. Con queste parole il Papa ha proposto oggi ai fedeli di leggere insieme, una per una, le Beatitudini. “Vi do un compito da fare a casa”, ha detto dopo aver letto il brano del Vangelo di Matteo: “Prendete il Vangelo, quello che portate sempre con voi – dovete sempre portare con voi un piccolo Vangelo, nella borsa, nelle tasche – e nei primi capitoli di Matteo ci sono le Beatitudini. A casa, leggetele: lo farete? Non dimenticatele, perché è la legge che ci dà Gesù”. “Bravi!”, ha detto poi Francesco, sempre a braccio, ai circa 6.000 presenti in Aula Paolo VI, ai quali ha ripropostole Beatitudini come “ritratto di Gesù”. “Noi siamo abituati a imparare i dieci comandamenti, ma non le Beatitudini! Proviamo invece a ricordarle e a imprimerle nel nostro cuore”, la proposta del Papa, che ha dato ai fedeli due compiti a casa: “Il primo compito – ha detto – è leggere le Beatitudini, il capitolo V del Vangelo di Matteo, e l’altro compito è leggere il capitolo XXV, che contiene il protocollo, le domande che Gesù ci farà alla fine dei tempi”.

“Come Mosè aveva stipulato l’alleanza con Dio in forza della legge ricevuta sul Sinai, così Gesù, da una collina in riva al lago di Galilea, consegna ai suoi discepoli e alla folla un insegnamento nuovo che comincia con le Beatitudini”, ha ricordato il Papa, secondo il quale “le Beatitudini sono la strada che Dio indica come risposta al desiderio di felicità insito nell’uomo, e perfezionano i comandamenti dell’Antica Alleanza”. “In queste parole – ha aggiunto – c’è tutta la novità portata da Cristo: le Beatitudini sono il ritratto di Gesù, la sua forma di vita e sono la via della vera felicità, che anche noi possiamo percorrere con la grazia che Gesù ci dona”. Nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo, ha detto il Papa, “c’è il protocollo sul quale saremo giudicati. Alla fine del mondo saremo iudicati: e quali saranno queste domande? Qual è il protocollo sul quale il Padre ci giudicherà? Quello che trovo nel 25° capitolo del Vangelo di Matteo”. “Ricordatevi i compiti a casa”, ha detto il Papa ancora una volta fuori testo, congedandosi dai fedeli: “Leggo le Beatitudini e penso come deve essere la mia vita cristiana, e poi faccio un esame di coscienza leggendo il capitolo 25 del Vangelo di Matteo”. “Ci farà bene, sono cose semplici ma concrete”.

Preghiera per la pace. “Preghiamo tanto per la pace in Oriente! Pregate, per favore!”. E’ il doppio appello lanciato oggi dal Papa, dopo la catechesi dell’udienza generale. Durante i saluti ai fedeli di lingua araba, Papa Francesco ha rivolto un saluto “particolare” “quelli provenienti dal Medio Oriente”, salutato da un applauso dei presenti, dopo il quale il Santo Padre ha rivolto il doppio appello.

Ricordo di Paolo VI. “Il nostro pensiero va oggi al Venerabile Servo di Dio Paolo VI, nell’anniversario della morte”. Sono le parole dedicate dal Papa a Papa Montini, nei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì con i fedeli. “Lo ricordiamo con affetto e con ammirazione – ha proseguito Francesco – considerando come egli visse totalmente dedito al servizio della Chiesa, che amò con tutto se stesso”. “Il suo esempio di fedele servitore di Cristo e del Vangelo sia di incoraggiamento e di stimolo per tutti noi”, l’augurio del Papa.

Appello per terremoto in Cina. “Esprimo la mia vicinanza alle popolazioni della provincia cinese dello Yunnan, colpite domenica scorsa da un terremoto che ha provocato numerose vittime e ingenti danni”. E’ l’appello rivolto dal Papa al termine dell’udienza di oggi, prima dei saluti ai fedeli in lingua italiana, “Prego per i defunti – ha proseguito il Santo Padre – e per i loro familiari, per i feriti e per quanti hanno perso la casa. Il Signore dia conforto, speranza e solidarietà nella prova”.