Vita Chiesa

Francesco, udienza: ricordo Gmg e appello per giornata di digiuno e preghiera per la Siria

«Per me, che vengo dalle Americhe, è stato un bel regalo!». Per la prima udienza generale dopo la pausa estiva, Papa Francesco ha scelto di «ripercorrere» il suo viaggio in Brasile, in occasione della Giornata mondiale della gioventù. «È passato più di un mese – ha detto oggi ai fedeli che già da ore lo attendevano in piazza, secondo la Prefettura della Casa Pontificia circa 50mila – ma ritengo che sia importante ritornare su questo evento, e la distanza di tempo permette di coglierne meglio il significato». «Prima di tutto voglio ringraziare il Signore, perché è Lui che ha guidato tutto con la sua Provvidenza», ha esordito il Papa, ringraziando anche Nostra Signora Aparecida, che ha accompagnato tutto il viaggio: «Ho fatto il pellegrinaggio al grande santuario nazionale brasiliano, e la sua venerata immagine era sempre presente sul palco della Gmg». «Sono stato molto contento di questo – ha commentato il Papa – perché Nostra Signora Aparecida è molto importante per la storia della Chiesa in Brasile, ma anche per tutta l’America Latina; in Aparecida i vescovi latino-americani e dei Caraibi abbiamo vissuto un’Assemblea generale, con il Papa Benedetto: una tappa molto significativa del cammino pastorale in quella parte del mondo dove vive la maggior parte della Chiesa cattolica».

«Brava gente questi brasiliani. Hanno davvero un grande cuore». Il Papa ha usato queste parole per descrivere il clima di «accoglienza» che ha caratterizzato le giornate di Rio. «Il pellegrinaggio – ha raccontato il Papa – comporta sempre dei disagi, ma l’accoglienza aiuta a superarli e, anzi, li trasforma in occasioni di conoscenza e di amicizia. Nascono legami che poi rimangono, soprattutto nella preghiera». Anche così, secondo il Papa, «cresce la Chiesa in tutto il mondo, come una rete di vere amicizie in Gesù Cristo, una rete che mentre ti prende ti libera». Dopo «accoglienza», l’altra parola riassuntiva del viaggio in Brasile per il Papa è «festa»: «La Gmg – ha ricordato – è sempre una festa, perché quando una città si riempie di ragazzi e ragazze che girano per le strade con bandiere di tutto il mondo, salutandosi, abbracciandosi, questa è una vera festa. È un segno per tutti, non solo per i credenti». Ma poi «c’è la festa più grande che è la festa della fede», che «è il culmine della Gmg, è il vero scopo di questo grande pellegrinaggio, e lo si vive in modo particolare nella grande Veglia del sabato sera e nella Messa finale». «Questa è la festa grande, la festa della fede e della fraternità, che inizia in questo mondo e non avrà fine», ha assicurato il Papa: «Ma questo è possibile solo con il Signore! Senza l’amore di Dio non c’è vera festa per l’uomo!».

«Anche un ragazzo, una ragazza, che agli occhi del mondo conta poco e niente, agli occhi di Dio è un apostolo del Regno, è una speranza per Dio!», ha detto il Papa, che ha dedicato la parte centrale della catechesi dell’udienza generale a un dialogo «a due voci» tra lui e i giovani, che hanno risposto «sì» entusiasti, a più riprese, alle sue domande provocatorie. «A tutti i giovani – le parole di Papa Francesco – vorrei chiedere con forza: volete essere una speranza per Dio? Volete essere una speranza per la Chiesa?». «Un cuore giovane, che accoglie l’amore di Cristo, si trasforma in speranza per gli altri, è una forza immensa», ha esclamato il Papa spiegando la terza parola-chiave del viaggio in Brasile: «Missione». «Pensiamo – ha proseguito il Papa – a che cosa significa quella moltitudine di giovani che hanno incontrato Cristo risorto a Rio de Janeiro, e portano il suo amore nella vita di tutti i giorni, lo vivono, lo comunicano. Non vanno a finire sui giornali, perché non compiono atti violenti, non fanno scandali, e dunque non fanno notizia. Ma, se rimangono uniti a Gesù, costruiscono il suo Regno, costruiscono fraternità, condivisione, opere di misericordia, sono una forza potente per rendere il mondo più giusto e più bello, per trasformarlo!».

Poi una nuova domanda: «Vorrei chiedere adesso ai ragazzi e alle ragazze: avete il coraggio di raccogliere questa sfida? Vi impegnate a essere questa forza di amore e di misericordia che ha il coraggio di voler trasformare il mondo?». «L’esperienza della Gmg – ha detto il Papa – ci ricorda la vera grande notizia della storia, la Buona Novella, anche se non appare nei giornali e nella televisione: siamo amati da Dio, che è nostro Padre e che ha inviato il suo Figlio Gesù per farsi vicino a ciascuno di noi e salvarci». «Accoglienza, festa, missione»: queste parole, l’auspicio finale di Papa Francesco, «non siano solo un ricordo di ciò che è avvenuto a Rio, ma siano anima della nostra vita e di quella delle nostre comunità».

“Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace!». È l’auspicio con cui il Papa ha concluso l’udienza generale di oggi, al termine della quale – salutato da un fragoroso applauso della folla – ha rinnovato l’appello per la pace in Siria e ha esortato i fedeli a partecipare alla Veglia di sabato prossimo in questa stessa piazza, per la Giornata di preghiera e digiuno per implorare la pace in Siria e nel mondo intero. «Sabato prossimo – le parole di Papa Francesco, pronunciate prima dei saluti in lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento di mercoledì con i fedeli – vivremo insieme una speciale giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero». «Rinnovo l’invito a tutta la Chiesa a vivere intensamente questo giorno – ha proseguito il Papa – e, sin d’ora, esprimo riconoscenza agli altri fratelli cristiani, ai fratelli delle altre religioni e agli uomini e donne di buona volontà che vorranno unirsi, nei luoghi e nei modi loro propri, a questo momento». «Esorto in particolare i fedeli romani e i pellegrini – l’invito finale del Santo Padre – a partecipare alla veglia di preghiera, qui, in Piazza San Pietro alle ore 19, per invocare dal Signore il grande dono della pace. Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace!».

«L’amore di Dio cambia la vita, ci fa più buoni e più felici». Lo ha detto, a braccio, il Papa, nel saluto ai fedeli di lingua italiana al termine dell’udienza. «Soprattutto con le persone più deboli e bisognose dobbiamo condividere questo amore che cambia la vita»; ha raccomandato il Papa: «Non dimenticate – ha aggiunto – che ognuno di noi, diffondendo la carità divina, contribuisce a costruire un mondo più giusto e solidale».