Vita Chiesa

Funerale Casamonica: mons. Marciante, «il Vicariato non era stato avvertito»

«Il Vicariato non era stato avvertito di quel funerale. Lo sapeva solo il parroco, ma non sapeva che dietro ci sarebbe stata quella propaganda mafiosa. Nessuno ci ha avvisati, nemmeno le forze dell’ordine. Certo, se avessimo avuto il sentore di uno show di quel tipo, avremmo preso delle precauzioni. Non avremmo assolutamente accettato di fare quel funerale». Piuttosto, spiega, «avremmo suggerito una preghiera in casa oppure sempre in casa si sarebbe potuto celebrare il rito della raccomandazione dei defunti. Per farle un esempio, ricorda il caso Priebke? Credo che in qualche modo penso possa insegnare». A chi paragona questo al caso Welby risponde: «La Chiesa usò il massimo rispetto della persona e delle opinioni di Pier Giorgio Welby, che aveva espresso le sue idee e queste ben chiaramente si discostavano dalle posizioni ecclesiali. Fu quindi una sua scelta e la Chiesa, appunto, intese giustamente rispettarla». Comunque, «la sera stessa della morte, nella parrocchia di don Bosco si tenne una veglia di preghiera per Welby».

A chi sottolinea che Vittorio Casamonica avrebbe vissuto palesemente in contrasto con i principi cattolici, monsignor Marciante dice: «Anche il ladrone aveva vissuto in palese contrasto con quelli che sono i principi di Gesù stesso. Ma proprio sulla Croce, Cristo dice al ladrone, pentito, ‘oggi sarai con me in Paradiso’. E poi quanta gente con i propri atteggiamenti si mette fuori dalla dottrina della Chiesa? Che dovremmo fare?». Insomma, «non possiamo certo mettere noi limiti alla misericordia di Dio. Quindi lo diciamo chiaro: la preghiera per i defunti non si nega a nessuno, poi la forma che ha assunto questo funerale mette a disagio anche la Chiesa, che, ripeto, avendolo saputo, non avrebbe assolutamente accettato di farlo». Inoltre, «la Chiesa risponde di ciò che succede dentro, non può rispondere di ciò che succede fuori. Del resto i Casamonica non avevano chiesto nessun permesso per fare quel tipo di manifestazione e non possiamo fare i gendarmi, facciamo i pastori». E poi avverte: «Stiamo attenti, perché molti funerali stanno diventando degli show, com’è accaduto ad esempio anche per alcuni grandi artisti». Monsignor Marciante fa riferimento alla necessità di una maggiore sobrietà: «Come Chiesa abbiamo dato norme ben precise proprio sulla sobrietà all’interno e durante la funzione sacra».