Vita Chiesa

GIORNATA MIGRANTE 2008, IL PAPA AI GIOVANI: SIATE PROTAGONISTI E FATE IL VOSTRO DOVERE

“Cari giovani migranti, preparatevi a costruire accanto ai vostri giovani coetanei una società più giusta e fraterna, adempiendo con scrupolo e serietà i vostri doveri nei confronti delle vostre famiglie e dello Stato. Siate rispettosi delle leggi e non lasciatevi mai trasportare dall’odio e dalla violenza. Cercate piuttosto di essere protagonisti sin da ora di un mondo dove regni la comprensione e la solidarietà, la giustizia e la pace”. E’ l’appello che rivolge Benedetto XVI ai “giovani migranti”, oggetto e destinatari del Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2008 (che si celebra il 13 gennaio), reso noto oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede. Dai Paesi d’origine, osserva il Papa, “se ne va spesso la gioventù dotata delle migliori risorse intellettuali, mentre nei Paesi che ricevono i migranti vigono normative che rendono difficile il loro effettivo inserimento”. Benedetto XVI nota la “difficoltà della duplice appartenenza” vissuta dai giovani migranti: “da un lato, essi sentono vivamente il bisogno di non perdere la cultura d’origine”, dall’altro emerge “il comprensibile desiderio di inserirsi organicamente nella società che li accoglie, senza che tuttavia questo comporti una completa assimilazione e la conseguente perdita delle tradizioni avite”.

Il Papa ricorda, in particolare, “le ragazze, più facilmente vittime di sfruttamento, di ricatti morali e persino di abusi di ogni genere”, ma anche gli adolescenti, i minori non accompagnati, che rischiano di finire “in strada abbandonati a se stessi e preda di sfruttatori senza scrupoli” che “li trasformano in oggetto di violenza fisica, morale e sessuale”. Benedetto XVI non tace di fronte alle “immagini sconvolgenti dei grandi campi di profughi o di rifugiati, presenti in diverse parti del mondo”. “Come non pensare che quei piccoli esseri sono venuti al mondo con le stesse legittime attese di felicità degli altri?”, si chiede. “Questi bambini e adolescenti – afferma – hanno avuto come unica esperienza di vita i ‘campi’ di permanenza obbligatori, dove si trovano segregati” e “senza possibilità di frequentare normalmente la scuola”. Da qui l’invito ad “impegnarsi ancor più nell’aiutarli mediante la creazione di idonee strutture di accoglienza e di formazione”. Il Papa riscontra, tra i giovani migranti, una complessità di situazioni e difficoltà “nei loro contesti familiari e scolastici”. All’interno delle famiglie, ad esempio, “sono venuti meno i tradizionali ruoli che esistevano nei Paesi di origine – fa notare – e si assiste spesso ad uno scontro tra genitori rimasti ancorati alla loro cultura e figli velocemente acculturati nei nuovi contesti sociali”.

Secondo Benedetto XVI non va “sottovalutata la fatica che i giovani incontrano per inserirsi nei percorsi educativi vigenti nei Paesi in cui vengono accolti”. Lo “stesso sistema scolastico – suggerisce – pertanto dovrebbe tener conto di queste loro condizioni e prevedere per i ragazzi immigrati specifici itinerari formativi d’integrazione adatti alle loro esigenze”. Importante sarà anche “l’impegno di creare nelle aule un clima di reciproco rispetto e dialogo tra tutti gli allievi, sulla base di quei principi e valori universali che sono comuni a tutte le culture”. A suo avviso “l’impegno di tutti – docenti, famiglie e studenti – contribuirà certamente ad aiutare i giovani migranti ad affrontare nel modo migliore la sfida dell’integrazione”. Lo stesso vale per i giovani rifugiati, per i quali propone “adeguati programmi nell’ambito scolastico” e “in quello lavorativo”. Più avanti Benedetto XVI rivolge un invito specifico alle “comunità ecclesiali di arrivo ad accogliere con simpatia giovani e giovanissimi con i loro genitori, cercando di comprenderne le vicissitudini e di favorirne l’inserimento”. Prestando anche attenzione alle esigenze degli studenti stranieri, “in continua crescita” e spesso in difficoltà, non solo economiche. Il Papa chiede poi ai “giovani credenti” di “profittare del tempo dei vostri studi per crescere nella conoscenza e nell’amore di Cristo”.

Sir