Vita Chiesa

GIORNATA PREGHIERA PER CONCISTORO: MONS. DOLAN (NEW YORK), «LA CHIESA È UNA MISSIONE»

Alla presenza di 133 cardinali – sul totale dei 213 membri del Collegio cardinalizio, compresi i 22 nuovi cardinali che domani riceveranno la “berretta” rossa dal Papa – ha avuto inizio questa mattina in Vaticano, nell’Aula nuova del Sinodo, la Giornata di preghiera e riflessione convocata dal Santo Padre per i membri del Collegio cardinalizio e i nuovi cardinali in occasione del Concistoro. La Giornata – si legge in un comunicato della sala stampa della Santa Sede – è cominciata con la celebrazione dell’Ora Terza, cui ha fatto seguito il saluto introduttivo del Decano del Collegio cardinalizio, card. Angelo Sodano. Il tema principale della giornata – “L’annuncio del Vangelo oggi, tra missio ad gentes e nuova evangelizzazione” – è stato introdotto da un’ampia relazione dell’arcivescovo di New York, il cardinale designato mons. Timothy Dolan. Successivamente, il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, mons. Salvatore Fisichella, ha svolto una comunicazione sull’Anno della Fede, cui hanno fatto seguito gli interventi dei partecipanti alla Giornata. Vi è stato spazio sufficiente per 7 interventi di varia tematica fino alla recita dell’Angelus guidata dal Santo Padre. Dopo i Vespri alle ore 17, continueranno gli interventi dei partecipanti.«La Chiesa non ha una missione. La Chiesa è una missione, e ciascuno di noi dovrebbe interrogarsi sulla efficacia propria nella missione», ha detto nella sua relazione mons. Timothy DOlan, . “Noi accogliamo l’insegnamento del Concilio Vaticano II, specialmente come viene espresso nei documenti Lumen Gentium, Gaudium et Spes, ed Ad gentes – ha esordito Dolan – definendo la Chiesa come missionaria; vale a dire che tutti i cristiani, in virtù del Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia, sono evangelizzatori”. Anche se ci sono “missionari espliciti”, ha spiegato il relatore, “non c’è tuttavia nessun cristiano che venga escluso dal compito di testimoniare Gesù, trasmettendo ad altri l’invito del Signore nella vita quotidiana”. Dal Concilio in poi, “la missione è diventata punto centrale della vita di ogni chiesa locale, di ogni credente”, e con Giovanni Paolo II si è sviluppata una “nuova comprensione del termine”, attraverso l’individuazione del “compito di ri-evangelizzare culture che costituivano una volta il vero motore dei valori evangelici”. La missione, così, “si indirizza non solo alla Nuova Guinea ma anche a New York”, e la sfida da raccogliere è la nuova evangelizzazione. “Non c’è nessuna opposizione tra la missio ad gentes e e la nuova evangelizzazione”, ha proseguito Dolan: “la nuova evangelizzazione genera missionari entusiasti, e coloro che sono impegnati nella missio ad gentes devono lasciarsi evangelizzare continuamente”. Una “sfida enorme” è il secolarismo, per combattere il quale occorre un’”efficace strategia di evangelizzazione” che parta dalla consapevolezza che “anche in luoghi che solitamente vengono classificati come ‘materialistici’ – come ad esempio i mass media, il mondo dello spettacolo, della finanza, della politica, dell’arte, della letteratura – esiste un’innegabile apertura alla trascendenza, al divino”. “Una persona che si vanta di aderire al secolarismo e di disprezzare le religioni – la tesi di Dolan – ha dentro di sé una scintilla d’interesse nell’aldilà, e riconosce che l’umanità e il creato sarebbero un enigma assurdo senza un qualche concetto di ‘creatore’”. Da parte sua, la Chiesa ha “il profondo bisogno di una conversione interiore”, che è “il midollo della chiamata alla evangelizzazione”. Riscoprire l’”amicizia con Gesù” e “combattere l’analfabetismo catechetico”: questi due imperativi urgenti, secondo il relatore, che ha sottolineato come l’evangelizzatore debba essere “una persona di gioia”, perché “la nuova evangelizzazione si compie con il sorriso”. (Sir)