Vita Chiesa

GIORNATA VITA CONSACRATA, BENEDETTO XVI: NO ALLA TENTAZIONE DELLO SCORAGGIAMENTO

“La vita consacrata è dono divino, ed è il Signore a condurla a buon fine secondo i suoi progetti”. E’ questa la “certezza” che deve preservare le persone consacrate “dalla tentazione dello scoraggiamento dinanzi alle inevitabili difficoltà della vita e alle molteplici sfide dell’epoca moderna”. Lo ha detto ieri il Papa, nel discorso pronunciato al termine della messa per la Giornata della vita consacrata, presieduta dal card. Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di vita Apostolica, nella Basilica di S. Pietro.. “Nei tempi difficili che stiamo vivendo – ha ammesso Benedetto XVI – non pochi Istituti possono avvertire una sensazione di smarrimento per le debolezze che ritrovano nel loro interno e per i molti ostacoli che incontrano nel portare a compimento la loro missione”, ma Gesù – ha aggiunto – “è vivo tra noi e ci sostiene perché cooperiamo fedelmente con Lui all’opera della salvezza”. Riferendosi alla liturgia odierna, contrassegnata dal simbolo della luce, il Papa ha definito Cristo “vera luce del mondo, che risplende nella notte della storia e che illumina ogni cercatore di verità”. “Voi testimoniate il fascino della verità di Cristo e la gioia che scaturisce dall’amore per Lui. Nella contemplazione e nell’attività, nella solitudine e nella fraternità, nel servizio ai poveri e agli ultimi, nell’accompagnamento personale e nei moderni areopaghi – l’esortazione papale – siate pronti a proclamare e testimoniare che Dio è Amore”. “Anche in questo nostro tempo è diffuso, soprattutto tra i giovani, il bisogno di incontrare Dio”, ha detto il Papa. E le persone consacrate “con il loro esempio proclamano a un mondo spesso disorientato, ma in realtà sempre più alla ricerca d’un senso, che Dio è il Signore dell’esistenza. Scegliendo l’obbedienza, la povertà e la castità, mostrano che ogni attaccamento ed amore alle cose e alle persone è incapace di saziare definitivamente il cuore”. Dando “una risposta a Dio totale e definitiva, incondizionata e appassionata”, la persona consacrata diventa “segno di contraddizione”, perché “il suo modo di pensare e di vivere è spesso in contrasto con la logica del mondo”. E’ questa, per Benedetto XVI, la “radicale fedeltà evangelica a cui é chiamata”, anche oggi, “ogni persona consacrata”: di qui il “grazie” per i “tanti religiosi e religiose” che, “in ogni angolo della terra, continuano ad offrire una suprema e fedele testimonianza di amore a Dio e ai fratelli, che non raramente si tinge del sangue del martirio”. Fonte: Sir