Vita Chiesa

GIOVANNI PAOLO II: APPELLO AI CRISTIANI PERCHÉ «RISCOPRANO» IL CROCIFISSO

Un appello a riscoprire la “Croce” come “simbolo principale” del cristianesimo e segno della “presenza dei cristiani” nel mondo. A lanciarlo è stato ieri il Papa, che nell’Angelus domenicale, recitato insieme ai fedeli a Castelgandolfo, ha ricordato “le vittime innocenti dell’ingiustizia e della violenza” e “i cristiani perseguitati a causa della loro fede”, auspicando che “la Croce gloriosa di Cristo sia per tutti pegno di speranza, di riscatto e di pace”.

“Il cristianesimo – ha esordito Giovanni Paolo II – ha nella Croce il suo simbolo principale. Dovunque il Vangelo ha posto radici, la Croce sta ad indicare la presenza dei cristiani”. Le parole pronunciate subito dopo dal Papa, sono sembrate poi un invito implicito a tornare ad esporre il Crocifisso nei luoghi pubblici: “Nelle chiese e nelle case, negli ospedali, nelle scuole, nei cimiteri – ha detto, infatti, Giovanni Paolo II – la Croce è diventata il segno per eccellenza di una cultura che attinge dal messaggio di Cristo verità e libertà, fiducia e speranza. Nel processo di secolarizzazione, che contraddistingue gran parte del mondo contemporaneo, è quanto mai importante che i credenti fissino lo sguardo su questo segno centrale della Rivelazione e ne colgano il significato autentico”. Definendola “supremo simbolo dell’amore” e “albero della vita” da cui “si può cogliere il senso ultimo e pieno di ogni singola esistenza e dell’intera storia umana”, il Papa ha poi sottolineato che “da quando Gesù ne ha fatto lo strumento della salvezza universale, la Croce non è più sinonimo di maledizione ma, al contrario, di benedizione”, anche per l’uomo “tormentato dal dubbio e dal peccato”. Ecco perché, ha spiegato il Pontefice riferendosi indirettamente alle Giornate mondiali della Gioventù, “i giovani cristiani la portano con fierezza per le strade del mondo, confidando a Cristo ogni loro preoccupazione ed ogni attesa di libertà, di giustizia, di pace”.

Il Papa ha concluso l’Angelus citando “i giovani, le famiglie, le nazioni e l’umanità intera”, ma “in modo speciale” (oltre ai malati e ai sofferenti) “le vittime innocenti dell’ingiustizia e della violenza” e “i cristiani perseguitati a causa della loro fede”: “La Croce gloriosa di Cristo – ha auspicato – sia per tutti pegno di speranza, di riscatto e di pace”. Sir