Vita Chiesa

Giornata Missionari martiri: nel 2017 uccisi 23 operatori pastorali nel mondo

Siamo «chiamati alla vita. Alla vita vera naturalmente, la vita della Grazia secondo lo Spirito Santo, la vita di coloro che nel battesimo si immergono nella morte di Cristo per risorgere con lui come «nuova creatura». Lo afferma don Michele Autuoro, direttore della Fondazione Missio (organismo pastorale della Cei), in occasione della 26ª Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri che si celebra oggi, 24 marzo.

Don Autuoro spiega anche il significato dell’immagine scelta per accompagnare questa ricorrenza: i resti di un antico battistero, quello della chiesa di Shivta nel deserto del Negheb. Un’immagine «che richiama il senso profondo della rigenerazione in Cristo attraverso l’immersione di tutta la persona nell’acqua battesimale». A questa «vita», aggiunge il direttore della Fondazione Missio, «sono chiamati non solo i martiri, nella loro suprema testimonianza del più grande amore, quello di dare la propria vita per quelli che si amano, ma anche tutti e ciascuno di noi nella quotidiana testimonianza di una fede vissuta nella carità e amicizia verso quanti sono privati, ovunque nel mondo, di una vita in pienezza».

Don Autuoro annuncia anche che anche quest’anno, come da tradizione, «in occasione della Giornata viene proposto un Progetto di solidarietà universale da realizzare nella Repubblica Centrafricana a beneficio delle donne che frequentano il Centro di Promozione della Donna nella parrocchia di St. Jacques de Kpètènè, nell’arcidiocesi di Bangui, affidato alla Congregazione delle suore figlie di Maria missionarie».

Sono stati 23 i missionari uccisi in tutti il mondo nel corso del 2017. Secondo i dati forniti dall’Agenzia Fides si è trattato di 13 sacerdoti, 1 religioso, 1 religiosa e 8 laici che vanno ad aggiungersi ai 424 operatori pastorali, di cui 5 vescovi, uccisi nel mondo dall’inizio del 2000.

Per l’ottavo anno consecutivo, il numero più elevato si è registrato in America, dove sono stati uccisi 11 operatori pastorali (8 sacerdoti, 1 religioso, 2 laici), davanti all’Africa, dove sono stati uccisi 10 operatori pastorali (4 sacerdoti, 1 religiosa, 5 laici).

In Asia sono stati uccisi 2 operatori pastorali (1 sacerdote, 1 laico). In Messico sono stati uccisi il sacerdote Joaquin Hernandez Sifuentes, don Felipe Carrillo Altamirano, don Luis Lopez Villa, don José Miguel Machorro.

In Bolivia Helena Agnieszka Kmiec, mentre in Venezuela il religioso francescano Diego Bedoya. In Colombia don Diomer Eliver Chavarría Pérez e don Abelardo Antonio Muñoz Sánchez. In Brasile don Pedro Gomes Bezerra, in Argentina Ricardo Luna. Ad Haiti, invece, don Joseph Simoly.

Passando all’Africa, in Sud Sudan è stato ucciso un catechista di Kajo-Keji, di nome Lino. In Madagascar il padre cappuccino Lucien Njiva, mentre in Burundi don Adolphe Ntahondereye è morto due settimane dopo la sua liberazione, a causa dello stress accumulato durante il sequestro. In Nigeria è stato rapito e ucciso don Cyriacus Onunkwo mentre George Omondi è morto nel tentativo di fermare i ladri che avevano preso di mira la chiesa di cui era il custode. A loro si aggiungono tre catechisti laici, Joseph, John e Patrick, uccisi in un attentato di Boko Haram. In Kenya è morto padre Evans Juma Oduor mentre suor Ruvadiki Plaxedes Kamundiya è stata violentata e uccisa.

I due missionari morti nel 2017 in Asia, hanno entrambi perso la vita nelle Filippine: si tratta di don Marcelito Paez e del catechista laico Domingo Edo.