Vita Chiesa

Giornata internazionale disabilità: mons. Baturi (Cei), “tutti i governi creino le condizioni per una vita più bella, più degna, più felice anche per loro”

“Istituire una giornata e celebrarla per noi cristiani significa sviluppare la preghiera, azione di sensibilizzazione, poterli includere dentro la nostra comunità e, al tempo stesso, alzare la voce perché tutti i governi e tutti i responsabili creino le condizioni per una vita più bella, più degna, più felice anche per loro”, ha continuato Baturi.

“Ci aiutano a comprendere che il valore della vita non consiste in una prestazione il cui standard lo decidiamo noi. Il valore della vita è che c’è e che è amata. I disabili ci aiutano a comprendere questa alterità e ci aiutano a comprendere che per cogliere il valore della vita bisogna essere semplici, avere gli occhi puri, avere il cuore buono. Il regno dei cieli è veramente loro e noi possiamo servire loro ed il grande Maestro”.

Il segretario generale della Cei ha così spiegato il valore dei disabili nella Chiesa, sottolineando l’importanza di una società attenta alle esigenze giuste di tutti. “Probabilmente si tratta di passare da un esercizio superficialmente compassionevole, ad un atteggiamento di vera promozione. Non si tratta semplicemente per questi nostri fratelli di ricevere le nostre attenzioni, e già questo sarebbe molto, ma di promuovere il pieno sviluppo della società in termini di partecipazione, di intelligenza, di capacità di inventare, di aggregare e di lavorare. Si tratta di accorgersi della loro esistenza passando dall’assistenza della beneficienza alla promozione, perché abbiamo bisogno del loro contributo per essere più società, per essere davvero una società solidale”.

Al termine della messa un gruppo di disabili, accompagnate proprio da mons. Baturi, ha potuto incontrare Papa Francesco, “Il Papa ha sottolineato con una insistenza evangelica davvero tenace, che non è tollerabile la cultura dello scarto e che il valore di una civiltà si misura dalla capacità di prestare attenzione ai più piccoli, a quelli che hanno più bisogno, a quelli che più soffrono. Come il buon Maestro, anch’egli si piega sugli uomini e ne valorizza tutte le condizioni. Sa chiamarli fratelli. È un momento davvero bello e siamo qui per ricevere la carità della sua parola e trarre frutto dalla sua testimonianza di misericordia”.