Vita Chiesa

Giovani «sulla Terra» in cerca di futuro

di Elena Verdiani

Il coordinamento della pastorale giovanile delle diocesi toscane ha radunato domenica scorsa, 23 gennaio, a Loppiano molti giovani e animatori della pastorale giovanile per il consueto Convegno annuale dal titolo «Giovani on Earth», volto ad approfondire i temi che la Chiesa italiana ha affrontato durante la Settimana Sociale di Reggio Calabria. «Abbiamo voluto fortemente non far sfumare il messaggio che a ottobre la Chiesa italiana ci ha dato sulle Settimane Sociali», afferma don Danilo Costantino, responsabile regionale della pastorale giovanile. «Sono state un bel punto di arrivo sui problemi sociali e sulla dottrina sociale della Chiesa, però ci siamo resi conto che può essere anche un bel punto di partenza e non vogliamo che sia dimenticato».

Dalle Settimane Sociali il cammino dei giovani si muove adesso verso la Giornata Mondiale della Gioventù, un evento che si svolgerà a Madrid in agosto. «Il cammino dei giovani non è soltanto legato a degli eventi, ma a tutta la globalità della persona», prosegue don Danilo, «allora la Gmg si colloca proprio in quel cammino che il ragazzo compie nell’ambito dello studio, della famiglia e anche del lavoro come prospettiva o come realtà già incarnata. Anche la Gmg è allora sia punto di arrivo che di partenza, un momento straordinario nell’ordinario che ci aiuta a vivere bene la quotidianità».

Il convegno ha offerto una riflessione sulla relazione tra i giovani e il mondo del lavoro, con le sue problematiche e difficoltà, ma anche nei suoi segni di speranza e di opportunità, e ha invitato a guardare i giovani come presente e non solo come futuro. «Giovani on Earth»: «giovani sulla Terra, giovani chiamati a vivere la loro vita non in un mondo virtuale, ma in questo nostro mondo reale e a definire le proprie scelte di vita in un contesto talvolta scoraggiante, ma sempre avvincente per chi sa mettere in gioco tutto se stesso in risposta alla personalissima vocazione che Dio Padre gli rivolge qui e ora», spiega don Alessandro Lombardi, responsabile del Centro diocesano di pastorale giovanile di Firenze, ricordando anche come fin nel titolo, per assonanza, il Convegno volesse porsi in ideale continuità con quello dell’anno precedente, «Giovani on air», alle prese con i media.

L’auditorium «Theotokos» ha accolto più di 120 partecipanti, provenienti dalle diverse diocesi della Toscana, ed il Convegno si è aperto con un momento di preghiera guidato dal Vescovo di Pescia Giovanni De Vivo, delegato della Conferenza episcopale toscana per il laicato. «Importante in questo Convegno è stato anche il coinvolgimento delle aggregazioni laicali» spiega Marco della diocesi di Massa Carrara, giovane di Azione Cattolica. «Stiamo intensificando a livello regionale la rete che già c’è a livello diocesano, perché ci sia un maggiore scambio, una reciproca conoscenza ed un aumento della collaborazione». I presentatori di Radio Toscana hanno animato brillantemente la mattinata e il Talk show con tutti gli ospiti. Sono intervenuti Franco Vaccari, psicologo e fondatore di «Rondine, cittadella della Pace», Mauro Banchini, giornalista nel direttivo di Greenaccord, due studenti della Facoltà «Sophia» di Loppiano e alcuni giovani della Campania e della Calabria che vivono e animano le realtà lavorative del Progetto Policoro avviate nelle terre difficili del sud Italia. Intervallati dall’animazione musicale del gruppo musicale «Progetto1» nato sulle colline di Loppiano, gli interventi sono stati seguiti da tutti con grande interesse ed attenzione. Le testimonianze in particolar modo hanno aiutato a far toccare con mano l’importanza del mettersi in gioco e fare esperienza del Vangelo nel mondo del lavoro, «cosa non semplice, ma possibile», evidenzia Davide di Pisa, giovane imprenditore di una cooperativa. «In questo tempo di crisi sono minori i profitti, ma non il lavoro. Essere imprenditori cristiani vuol dire fare scelte che mettano al primo posto l’altro, anche se questo può voler dire rinunciare a grandi guadagni. Le aziende hanno fatto licenziamenti, le cooperative no, andando avanti con pazienza e speranza nel futuro e mettendo al centro la persona».

Dopo il pranzo, i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi in base a tre ambiti di approfondimento: il primo prevedeva la visita al Polo Lionello di Loppiano e la conoscenza della realtà dell’Economia di Comunione; il secondo ha coinvolto i giovani nel gioco da tavolo «Opportunity» (www.opportunitygame.it), nato dal lavoro di alcuni Animatori di Comunità del Progetto Policoro; il terzo, intitolato «Futuro e creatività», ha previsto una visita guidata al nuovo Santuario di Maria Theotokos e ai laboratori d’arte di Loppiano. Il pomeriggio si è concluso con la Messa nel Santuario presieduta da mons. De Vivo, che nell’omelia ha evidenziato l’importanza della centralità di Dio in tutti gli ambiti della nostra vita.

«Sono contentissima di questa giornata» dice Rachele della Consulta diocesana di pastorale giovanile di Pisa. «C’è stato un vero clima di ascolto e di momenti di preghiera profondi, frutto della bella amicizia fondata su Gesù che c’è tra le pastorali giovanili della nostra regione e quindi un bell’inizio per la Gmg!»

Quando la Chiesa combatte la disoccupazioneIl Progetto Policoro nasce da un sogno di don Mario Operti che si realizza e concretizza come progetto organico della Chiesa italiana che tenta di dare una risposta concreta al problema della disoccupazione giovanile del Sud, in un’ottica di pastorale unitaria ed ecclesiale.

Viene avviato il 14 dicembre del 1995, subito dopo il Convegno ecclesiale nazionale di Palermo, quando l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio Nazionale di pastorale giovanile e la Caritas Italiana si incontrarono a Policoro (MT) con i rappresentanti diocesani di Calabria, Basilicata e Puglia per riflettere sul problema della disoccupazione giovanile, nella convinzione e nella speranza che «il Paese non crescerà se non insieme» (La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, 8). Questo Progetto nasce dunque come iniziativa ecclesiale fondata sulla presenza dei tre uffici promotori che, assieme alle associazioni e con l’apporto competente degli animatori di comunità, agiscono in sinergia per evangelizzare, educare, esprimere gesti concreti. Gli obiettivi sono quelli di offrire alle Chiese locali strumenti ed opportunità per affrontare il problema della disoccupazione giovanile in una prospettiva di evangelizzazione e di promozione umana, aiutare le Chiese ad interagire tra di loro con spirito di solidarietà e di reciprocità, stimolare le varie pastorali e le aggregazioni laicali a lavorare «a rete» in un’ottica di sinergia e di collaborazione reciproca, investendo sulle capacità dei giovani di promuovere un autentico sviluppo e di dare una testimonianza cristiana caratterizzata dalla solidarietà e dal rispetto della legalità.

Le linee di intervento fanno leva sull’evangelizzazione dei giovani disoccupati o in situazione irregolare di lavoro, sulla formazione delle coscienze e della mentalità per una nuova concezione del lavoro ispirata ai valori umani e cristiani della responsabilità personale, della solidarietà e della cooperazione – anche attraverso corsi specifici – e si concretizzano in gesti di solidarietà volti a sostenere idee imprenditoriali e l’avvio di nuove attività produttive da parte di giovani e a far crescere rapporti di reciprocità tra le Chiese, con la creazione di opportunità di incontro e reti di scambio. Il metodo è quello di imparare a lavorare insieme (a livello nazionale, regionale, diocesano) seguendo un progetto comune, con lo stile di aiutarsi a crescere insieme nel rispetto reciproco delle specificità e competenze, nella solidarietà e nella comunione. Sono state realizzate e continuano a realizzarsi così opere concrete, capaci di far germogliare speranza e sviluppo.

Attualmente il Progetto può contare sulla fattiva collaborazione di associazioni laicali che ispirano il proprio agire sul prezioso patrimonio della Dottrina sociale della Chiesa: Gioventù Operaia Cristiana (Gioc), Movimento lavoratori di Azione Cattolica (Mlac), Giovani delle Acli (Ga), Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (Acli), Confcooperative – Inecoop, Coldiretti, Cisl, Banche di Credito Cooperativo, Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (Ucid). La Chiesa italiana ha rinnovato più volte la sua fiducia verso il Progetto Policoro.

Sito internet: www.progettopolicoro.it

Il «Polo Lionello»: aziende che lavoranoguardando alle persone più che al profittoIl Polo Lionello Bonfanti, parte costitutiva della cittadella internazionale di Loppiano, è il primo polo imprenditoriale di Economia di Comunione in Europa, inaugurato nel 2006. Situato nel comune di Incisa Valdarno, in località Burchio, ospita negozi, laboratori, aziende di produzione e di servizi, studi professionali di consulenza e formazione: attualmente si tratta di oltre 20 imprese di vari settori che occupano 9600 mq. di superficie ampia, moderna, accogliente. La struttura di recentissima costruzione offre spazi per eventi di varia tipologia e ospita volentieri gruppi di varia natura desiderosi di capire cos’è il Polo Lionello, come è maturato e cos’è l’«Economia di Comunione» alla quale le imprese del polo si rifanno.

Il progetto di Economia di Comunione, al quale aderiscono non solo le imprese stabilmente presenti nel polo ma anche ben oltre 200 aziende italiane che in esso trovano un punto di convergenza, è un progetto di economia civile che ha come obiettivo contribuire a realizzare, a livello mondiale, una società più equa, senza più indigenti. Potremmo sintetizzarlo con lo slogan Realizzare il sogno di una società senza più poveri attraverso un nuovo stile di agire economico.

L’idea-ispirazione originaria è dovuta a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, che durante un viaggio in Brasile nel 1991 si recò a San Paolo e rimase fortemente impressionata e scandalizzata dal contrasto fra la selva di grattacieli, regno dei ricchi, e l’infinità di favelas, regno dei poveri. Fu così che maturò l’idea di vivere e diffondere una nuova cultura, quella del dare e del condividere, per un progetto teso a sanare il divario tra ricchi e poveri: una cultura da porre alla base delle scelte imprenditoriali per un nuovo agire economico.

Il progetto coinvolge oggi oltre 800 imprese di produzione e servizio inserite nel mercato nei cinque continenti, 200 delle quali in Italia. Le aziende che liberamente vi aderiscono si impegnano a suddividere l’utile in tre parti: una per lo sviluppo e il sostegno dell’azienda; un’altra per la diffusione di quella «cultura del dare» necessaria a realizzare un’Economia di Comunione; una terza va a costitui-re un fondo speciale di solidarietà per aiutare le persone svantaggiate.

Un gruppo di partecipanti al Convegno ha avuto modo di incontrare alcuni imprenditori del polo e di ascoltare dalla loro viva voce di testimoni che vivere il Vangelo nell’impresa, nel lavoro, nei me-andri dell’economia e del mercato non è cosa impossibile. Per i più giovani, chiamati a stare dentro la vita e posti davanti all’interrogativo di come coniugarla con il Vangelo, una bella provocazione e una bella sfida: essere «Giovani on earth», giovani con i piedi ben piantati per terra e capaci di lavorarla per un’umanità nuova.