Vita Chiesa

Gmg, Francesco alla Via crucis: «Cosa insegna alla nostra vita questa croce?»

La festa e il silenzio. La gioia ed il raccoglimento. La Via Crucis sulla spiaggia di Copacabana si è svolta immersa tra questi due tempi, non opposti ma uniti. L’antico ed il nuovo, personaggi in costume d’epoca e giovani di oggi, insieme nelle 14 stazioni che descrivono la sofferenza di Cristo, i mali che affliggono e i temi che occupano la società odierna: amore, vita, disabilità, social network, malattia, carcere, religiosità, droga.

Un giovane missionario, un giovane convertito, un giovane di una comunità di recupero, un giovane che si fa portavoce di tutte le madri, un seminarista, una religiosa che lotta contro l’aborto, una coppia di fidanzati, un giovane portavoce delle donne che soffrono, uno studente disabile sulla sedia a rotelle, un giovane utente dei social network, un detenuto, un giovane malato terminale, un giovane sordo, e giovani dei cinque Continenti. Rio è apparsa agli occhi del milione di giovani assiepati sul lungomare di Copacabana come l’antica Gerusalemme con la sua Via Dolorosa. I giovani hanno seguito composti e con grande raccoglimento le meditazioni delle 14 stazioni così come Papa Francesco, in una particolare e sempre più forte sintonia. I giovani seguono il Papa, al momento della gioia, della festa al suo arrivo sulla papamobile, nel raccoglimento come nella preghiera. L’incenso sparso dai ministranti all’inizio del corteo della Croce ha aiutato la preghiera e trasformato Copacabana in un tempio abitato da un milione di giovani. Non si sono uditi applausi lungo la strada, la Croce che passava era salutata solo dalla preghiera. Non si sono sventolate bandiere, non si sono levati applausi e slogan, solo silenzio e preghiera.  

“Nessuno può toccare la Croce di Gesù senza lasciarvi qualcosa di se stesso e senza portare qualcosa della Croce di Gesù nella propria vita”, ha detto il Papa ai giovani presenti. Aprendo il suo discorso (testo integrale) ha richiamato il “mandato” del Beato Giovanni Paolo II che nel 1984, al termine dell’Anno Santo della Redenzione, proprio ai giovani aveva affidato la Croce perché la portassero nel mondo “come segno dell’amore di Gesù per l’umanità”.

Papa Francesco ha ricordato che “da allora la Croce ha percorso tutti i Continenti e ha attraversato i più svariati mondi dell’esistenza umana, restando quasi impregnata dalle situazioni di vita dei tanti giovani che l’hanno vista e l’hanno portata”. Quindi il Papa ha posto tre domande: “Che cosa avete lasciato nella Croce voi, cari giovani del Brasile, in questi due anni in cui ha attraversato il vostro immenso Paese? E che cosa ha lasciato la Croce di Gesù in ciascuno di voi? E, infine, che cosa insegna alla nostra vita questa Croce?”. Dopo aver posto queste domande, Papa Francesco ha narrato l’episodio dell’Apostolo Pietro che “uscendo dalla città di Roma per fuggire dalla persecuzione di Nerone vide Gesù che camminava nella direzione opposta”. È l’antica tradizione del “Quo vadis?” quando Pietro “capì che doveva seguire il Signore con coraggio”, lo stesso che il Papa ha chiesto ai giovani.

Il Papa a questo punto ha illustrato il senso della Croce di Gesù nella vita dell’umanità, che “prende su di sé le nostre paure, i nostri problemi”, “si unisce al silenzio delle vittime della violenza”, “si unisce alle famiglie che sono in difficoltà” o “che soffrono nel vedere i figli preda di paradisi artificiali come la droga”. Ancora ha detto che Gesù “si unisce a tutte le persone che soffrono la fame”, “a chi è perseguitato per la religione, per le idee, o semplicemente per il colore della pelle”, “a tanti giovani che hanno perso la fiducia nelle istituzioni politiche perché vedono egoismo e corruzione” o anche “che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino in Dio, per l’incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo”. Papa Francesco ha sintetizzato tutto questo affermando che “nella Croce di Cristo c’è la sofferenza, il peccato dell’uomo, anche il nostro, e Lui accoglie tutto con le braccia aperte”. La Croce, ha poi spiegato, è “la certezza dell’amore incrollabile di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per portarla”.

Rivolgendosi in particolare ai brasiliani presenti alla “Via Crucis”, Papa Francesco ha detto: “Il primo nome dato al Brasile è stato proprio quello di ‘Terra de Santa Cruz’. La Croce di Cristo è stata piantata non solo sulla spiaggia più di cinque secoli fa, ma anche nella storia, nel cuore e nella vita del popolo brasiliano e non solo. Il Cristo sofferente lo sentiamo vicino, uno di noi che condivide il nostro cammino fino in fondo. Non c’è croce, piccola o grande, della nostra vita che il Signore non condivida con noi”. Rimandando a questo amore di Dio per l’uomo, il Papa si è poi sollecitato i giovani presenti ad essere a loro volta amorevoli: “La Croce di Cristo ci invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna allora a guardare sempre l’altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto, chi aspetta una parola, un gesto e ad uscire da noi stessi per andargli incontro e tendergli la mano”. Un appello che si fonda sulla certezza che “con lui, il male, la sofferenza e la morte non hanno l’ultima parola, perché Lui ci dona speranza e vita”.

Nella parte finale della sua meditazione sulla “Via Crucis” il Papa ha invitato i giovani a scegliere chi impersonare delle figure narrate dai Vangeli: “Tanti volti hanno accompagnato Gesù nel suo cammino verso il Calvario: Pilato, il Cireneo, Maria, le donne… Anche noi davanti agli altri possiamo essere come Pilato che non ha il coraggio di andare controcorrente per salvare la vita di Gesù e se ne lava le mani”; oppure “come il Cireneo, che aiuta Gesù a portare quel legno pesante” o “come Maria e le altre donne, che non hanno paura di accompagnare Gesù fino alla fine, con amore, con tenerezza”. A questo punto il Papa ha chiesto: “E tu, come sei? Come Pilato, come il Cireneo, come Maria?”, esortando i giovani a fidarsi della croce di Cristo, portando “le nostre gioie, le nostre sofferenze, i nostri insuccessi”. Infine, Papa Francesco ha assicurato che “troveremo un Cuore aperto che ci comprende, ci perdona, ci ama e ci chiede di portare questo stesso amore nella nostra vita, di amare ogni nostro fratello e sorella con questo stesso amore”.