Vita Chiesa

Gmg, Francesco: veglia con i giovani, «Siate voi i protagonisti»

Così dopo aver ricordato che la Veglia avrebbe dovuto tenersi al “Campus fidei”, divenuto inagibile per le piogge, Papa Francesco ha ripreso il tema del “campo” (facendo riferimento al “Campus”) per una catechesi a episodi successivi. Il primo è stato quello del “campo come luogo in cui si semina”, e tale azione è la Parola di Dio che cerca di entrare nel cuore di ciascuno. Il secondo, l’immagine del campo come luogo di allenamento; e il terzo, il campo come cantiere”.

Introducendo il concetto del campo come luogo in cui “si semina”, Papa Francesco ha spiegato che i frutti vengono quando i semi “cadono su terra buona”. Questo campo della fede “è il cuore di ognuno di voi, è la vostra vita. Ed è nella vostra vita che Gesù chiede di entrare con la sua Parola, con la sua presenza”. Da qui l’invito, pressante e ripetuto più volte, di “fare spazio a Gesù”, perché ciascuno possa essere quel “terreno buono” di cui Lui ha bisogno. Ha poi invitato a essere cristiani non part-time, ma “autentici”. Parlando dell’“allenamento” necessario per poter annunciare Gesù, ha affermato che lo sforzo richiesto è notevole ma che il premio è “un futuro con Lui che non avrà fine, la vita eterna”. A questo punto ha chiesto ai giovani quali fossero gli strumenti di questo “allenamento”: la sua risposta è stata il colloquio quotidiano con Dio, la preghiera. E poi i sacramenti, e poi l’accogliere, l’aiutare gli altri, ogni persona, senza escludere, senza emarginare nessuno. Un grande appello, questo di Papa Francesco, a una Chiesa che attraverso i giovani si apra alle “frontiere esistenziali”, come le chiama, dove si trovano vari tipi di esperienze umane, alcune belle, altre drammatiche.

Venendo all’esempio del “cantiere”, Papa Francesco ha voluto infine incoraggiare i giovani ad aprirsi ad una realtà più grande, che va oltre l’esperienza della propria parrocchia, della propria associazione: quella della Chiesa. Ha ricordato che nella Chiesa, con i preti e i religiosi, anche i giovani non sono mai “soli”, ma fanno parte di una famiglia che sta facendo lo stesso cammino. Ha così chiesto se davvero i giovani vogliono essere “costruttori” della Chiesa, esortandoli ripetutamente non solo a sentirsi Chiesa ma ad essere “pietre vive” della Chiesa. Ha poi ricordato che Gesù “ci chiede che la sua Chiesa vivente possa contenere tutti” e così, facendo breccia nella generosità del cuore dei giovani, li ha invitati a rispondere: “Sì, io voglio andare, voglio essere costruttore della Chiesa di Cristo”.

Avviandosi alla conclusione della sua meditazione, Papa Francesco ha poi affermato: “Nel vostro cuore giovane c’è il desiderio di costruire un mondo migliore. Io seguo con attenzione i giovani che, nel mondo, vogliono essere protagonisti. Per favore – ha detto – non lasciate che gli altri siano i protagonisti, ma siate voi i protagonisti. Attraverso di voi entra il futuro nel mondo”. “Ecco perché – ha aggiunto – vi chiedo di essere protagonisti per vincere l’apatia e costruire il futuro. Lavorate per un mondo migliore, entrate nella vita e fate come ha fatto Gesù. Faccio una domanda: ma da dove incominciamo, a chi chiediamo per fare questo. È quello che chiesero a Madre Teresa. E lei rispose “da voi e da me”. “E adesso ciascuno in silenzio si domandi. Si deve cominciare da me? Da dove incomincio? Ciascuno parli al suo cuore, perché Gesù possa dirvi da dove incominciare”. Dopo aver lasciato un attimo di silenzio e di meditazione, colto dai giovani di Copacabana, Papa Francesco ha concluso: “Voi, giovani, siete il campo della fede. Siete gli atleti di Cristo. Siete i costruttori di una Chiesa più bella e di un mondo migliore”. Un invito e un augurio che i giovani hanno accolto con un grande applauso.