Vita Chiesa

Gmg Panama: Papa a Casa Hogar Buen Samaritano, «nessuno può essere indifferente o estraneo»

«Preparando questo incontro ho potuto leggere la testimonianza di un membro di questa casa che mi ha toccato il cuore perché diceva: ‘Qui sono nato di nuovo’», ha raccontato Francesco: «Questa casa, e tutti i centri che voi rappresentate, sono segno della vita nuova che il Signore ci vuole donare. È facile confermare la fede di alcuni fratelli quando la si vede agire ungendo ferite, sanando speranza e incoraggiando a credere. Qui non nascono di nuovo solo coloro che potremmo chiamare ‘beneficiari primari’ delle vostre case; qui la Chiesa e la fede nascono e si rinnovano continuamente per mezzo della carità. Cominciamo a nascere di nuovo quando lo Spirito Santo ci dona occhi per vedere gli altri non solo come nostri vicini – che già vuol dire molto – ma come nostri prossimi».

Per spiegare il significato della parola «prossimo», il Papa ha fatto riferimento ancora una volta alla parabola del buon samaritano: «Il prossimo è soprattutto un volto che incontriamo nel cammino, e dal quale ci lasciamo smuovere e commuovere: muovere dai nostri schemi e priorità e commuovere intimamente da ciò che vive quella persona, per farle posto e spazio nel nostro andare. Così lo intese il buon Samaritano davanti all’uomo che era stato lasciato mezzo morto al bordo della strada non solo da alcuni banditi, ma anche dall’indifferenza di un sacerdote e di un levita che non ebbero il coraggio di aiutare, perché anche l’indifferenza ferisce e uccide. Gli uni per qualche misera moneta, gli altri per paura di contaminarsi, per disprezzo o disgusto sociale, senza problemi avevano lasciato quell’uomo per terra lungo la strada».

«Una casa, lo sappiamo tutti molto bene, ha bisogno della collaborazione di tutti. Nessuno può essere indifferente o estraneo, perché ognuno è una pietra necessaria alla sua costruzione». È il monito del Papa, lanciato dalla Casa Hogar del Buen Samaritano. «Questo implica il chiedere al Signore che ci dia la grazia di imparare ad aver pazienza, a perdonarci; imparare ogni giorno a ricominciare», ha spiegato Francesco: «E quante volte perdonare e ricominciare? Settanta volte sette, tutte quelle necessarie». «Creare relazioni forti esige la fiducia che si alimenta ogni giorno di pazienza e di perdono», la tesi del Papa: «Così si attua il miracolo di sperimentare che qui si nasce di nuovo; qui tutti nasciamo di nuovo perché sentiamo efficace la carezza di Dio che ci rende possibile sognare il mondo più umano e, perciò, più divino». «Grazie a tutti voi per l’esempio e la generosità; grazie alle vostre Istituzioni, ai volontari e ai benefattori», le parole finali: «Grazie a quanti rendono possibile che l’amore di Dio si faccia sempre più concreto e reale, fissando lo sguardo negli occhi di coloro che ci stanno intorno e riconoscendoci come prossimi».

Il benvenuto di padre Escobar. «Santo Padre, le diamo il benvenuto in questo rifugio nel quale, come Chiesa al servizio dei poveri, abbiamo cercato di tendere una mano misericordiosa a coloro che soffrono». Queste le prime parole di saluto di padre Domingo Escobar, direttore della Casa alloggio Buon Samaritano, a Papa Francesco, appena giunto nella struttura. Parole pronunciate anche a nome del Centro San Juan Pablo II, del centro San José e della «Casa del Amor» della congregazione Hermanos de Jesús Kkottonngae. Ha proseguito il direttore: «Senza meritarlo, il Signore si è servito di questi indegni servi per mostrare il suo volto amoroso ai malati del virus Hiv, a coloro che combattono contro la tossicodipendenza,a coloro che non hanno casa, a coloro che soffrono di estremo abbandono».

Per padre Escobar, «grazie alla Divina provvidenza e alla buona volontà di persone amiche, la tenerezza del Signore si manifesta ogni giorno in queste opere e si mostra a questi nostri fratelli che vede presenti qui. Essi hanno compreso che Dio li ama intensamente e che per questo ha reso possibile che il Papa venga fino a questo piccolo angolo del pianeta, dove vivono, per incoraggiarli a condividere il messaggio di chi è via, verità, e vita». Ha concluso il sacerdote: «Grazie, Santo Padre, perché la sua visita si carica di un grande significato. A loro, che sono la ragione di queste opere sociali, e a noi, volontari e servitori imperfetti, la sua presenza rivela che Dio ascolta la nostre grida e ci risponde con benevolenza».