Vita Chiesa

Gmg, card. Bagnasco ai giovani: «servire i fratelli» e «amare il prossimo nella verità»

«La meta dei nostri giorni terreni è la salvezza dell’anima» ma «la tentazione è quella di rincorrere ciò che luccica, di vivere assonnati in una bolla virtuale che promette molto ma toglie tutto, anche la dignità. Il rischio è quello di credere che per essere felici si debba fare ciò che si vuole; credere che la libertà sia assenza di vincoli e regole, come il giovane della parabola che lascia la casa del padre e si ritrova triste, senza volto».

A ricordarlo alle migliaia di giovani italiani accorsi al santuario della Divina Misericordia a Cracovia-Łagiewniki è stato oggi il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita di Genova e presidente della Cei. L’occasione è stata la «Festa degli Italiani», tradizionale appuntamento azzurro che caratterizza la presenza italiana nelle Gmg. Fede, festa e musica unite per un incontro che quest’anno ha visto anche il passaggio della Porta santa del santuario, momento fondante del pellegrinaggio giubilare. «La meta dei nostri giorni terreni è la salvezza dell’anima – ha ribadito il cardinale – prima o dopo le domande assillano tutti, non è questione di età! Prima o dopo ognuno giunge al bivio dove è chiamato a scegliere tra l’assurdo e la speranza; dove andare, per cosa impegnare giorni, intelligenza e cuore, che fare della propria vita, quale è la via della gioia vera, quella che non coincide con le soddisfazioni, ma che riempie il cuore anche quando sanguina». Parole che trovano nell’evangelico «rimanete nel mio amore» la sintesi. E «il segreto dell’amore» sono i comandamenti, «non vincoli di schiavitù, ma parole d’amore e quindi di libertà; non sono parole di oppressione, ma di liberazione; non pesi di tristezza ma ali di gioia, di gioia piena. Certo, sono impegnativi – ha ammesso – ma l’amore richiede sempre impegno e concretezza, altrimenti è un soffio di vento, un inutile battito d’ali».

«L’amore che Gesù ci comanda non nasce da simpatie personali o da sintonie di idee e di sensibilità – ha aggiunto Bagnasco -. Egli ci porta a un altro livello, più in alto. Ci porta in un altro mondo! Oh, se respirassimo di più questo mondo nuovo: è quello che Gesù ha iniziato, che continua attraverso i suoi discepoli fino ai confini della terra, e che in questa Eucaristia realmente si anticipa». Per il porporato, «il suo amore ci è venuto incontro nella forma della misericordia, cioè della fedeltà nonostante i nostri tradimenti, insegnandoci così la vera gratuità che nulla attende e nulla pretende dal suo spendersi per il bene. Ci è venuto incontro anche nella forma del grembo materno, grembo tenero e fecondo». Si tratta, infatti, «di servire i fratelli senza farlo pesare, con la tenerezza di Betlemme, ma anche di amare il prossimo nella verità, con il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, consapevoli che tutti dobbiamo invocare la misericordia di Dio». Secondo il cardinale «non si tratta di fare miracoli, ma di lasciare che il Signore li compia servendosi di noi, del nostro piccolo cuore che, posto in quello di Dio, diventa capace anche dell’impossibile».

«Davanti alla barbarie di oggi la risposta siete voi, cari giovani. Voi come forza permanente, non dei soli giorni» della Gmg, ha detto ai giovani italiani il cardinale Angelo Bagnasco, l termine della Messa concelebrata nella distesa adiacente il santuario di Lagiewniki, con oltre 130 vescovi e 2.300 preti. «Gesù è la soluzione» ai problemi di questa epoca, «Gesù al quale alcuni si avvicinano con la luce della fede, altri mediante la ragione. Ma tutti si possono avvicinare a Lui». Dal presidente della Cei è quindi giunto un invito ai giovani ad essere «testimoni della fede», «con coraggio», nella concretezza della vita di ogni giorno.