Vita Chiesa

Grosseto, due iniziative a favore di profughi e padri separati

Il vescovo fa un appello: «L’esperienza dimostra che non bastano i locali e i fondi che il ministero dà per i profughi e le cooperative che lavorano per loro. Quando essi arrivano sono sprovvisti di tutto. Per questo, chi vuole offrire vestiario, calzature, prodotti per l’igiene o altro, può portarli alla Caritas diocesana. Essa rimane sempre a disposizione di tutti e distribuirà questi effetti secondo le richieste. La povertà altrui diventi occasione di generosità, superando diffidenze e indifferenza».

Monsignor Cetoloni non dimentica le «povertà locali nuove, come quelle dei padri separati. Molti di loro non riescono più a far fronte agli impegni economici verso i figli o l’ex coniuge». Per questo, «la diocesi mette a disposizione della Caritas, come ampliamento del progetto ‘Famiglie per le famiglie’, un appartamento del Centro giovanile ‘Pier Giorgio Frassati’. Almeno come abitazione provvisoria». Il progetto, ricorda il presule, «è partito da tempo per alcune famiglie cadute in grave disagio. Sono stati messi a disposizione alcuni appartamenti mentre altre famiglie, in situazione di vita normale, si sono affiancate loro per ricreare una rete di relazioni di amicizia, determinanti per ritrovare fiducia, stima e autonomia». Questa, evidenzia il vescovo, «è una risposta piccola, ma significativa, all’impegno di tutta la Chiesa per la famiglia, come ci è indicato dal Sinodo. Affermare con gioia e convinzione la bellezza del Vangelo della famiglia significa pure farsi carico delle situazioni in cui la ferita di una separazione o di un divorzio hanno generato conseguenze dolorose e complesse anche sotto l’aspetto materiale». Di qui l’auspicio che Casa Betania e Centro Frassati «siano d’incoraggiamento all’impegno di ognuno per il bene della sua vita e del suo essere vivo e attivo verso gli altri in questo nostro territorio».