Vita Chiesa

I cristiani? «Pensino alle cose spirituali…»

DI DON FRANCESCO SENSINIIl silenzio è d’oro. Trovo che in questo tempo molti miei colleghi stiano mettendo in pratica la massima sopra citata. L’ambiente è quello della scuola. Non passava giorno che dovevo rispondere alle provocazioni di carattere politico che riguardavano o la chiesa o la scuola stessa. «Adesso che il governo ti ha tolto l’Ici potrai pagarci una cena!» «Bel governo! Ci ritroveremo obbligati a lavorare di più con lo stesso stipendio!» Provocazioni che, ovviamente, mi schieravano politicamente ma al tempo stesso costituivano un terreno di confronto e di dialogo.

Adesso non subisco più nessuna provocazione. È come se i colleghi fossero in silenzio stampa. Che siano diventati più buoni con me? Che abbiano capito l’importanza della chiesa? Si sono forse convertiti? No! è semplicemente cambiato il governo. E tutto va bene, non ci sono più problemi. Non c’è niente di cui lamentarsi. Miracoli della politica. Il silenzio è d’oro? No! In questo momento, è semplicemente vergognoso.

Oltre a «silenzio» c’è un’altra parola che in questi giorni ha interessato la politica: dialogo. Tutti i capogruppo di maggioranza e opposizione hanno firmato un testo di sostegno al Pontefice in cui si riconosce che «le parole pronunciate dimostrano in modo inequivocabile la sincera premura per il dialogo tra le culture e le religioni». È certamente un segno di grande rispetto. Ma perché poi, in casa nostra, ogni volta che la chiesa parla di temi che interessano il bene comune e i diritti, come quello alla vita, viene criticata, disprezzata, condannata? Perché non dialogare? Ma la Chiesa, sento già la risposta, deve interessarsi solo di cose spirituali. Dunque l’uomo-politico deve dimenticare di essere cattolico? Perché un politico può farsi forte del suo ateismo o del suo essere «non credente» e ad un cattolico non è permesso di farsi forte della sua fede?

È vero che certe ideologie sono crollate ma la politica ne ha bisogno. Eccone un esempio: «Solo l’ateismo riesce a fondare una autentica moralità, la morale religiosa è inadeguata e pericolosa», parole riportate da un quotidiano politico. «La morale religiosa alimenta valori negativi e socialmente nocivi…». Ora capisco perché non si può essere orgogliosi delle radici cristiane dell’Europa. Ma se al «nocivo» cristianesimo la politica oppone come rimedio l’ateismo di stato, conferma di aver bisogno di una religione: non può infatti dividere nell’uomo il corpo dall’ anima.