Vita Chiesa

I giovani toscani e la fede: la gioia di credere

Una giornata che è partita subito alla grande: le voci dei giovani sono una sola nel dire che il cominciare con un momento di animazione ha subito scaldato l’atmosfera. Lo spirito francescano così gioioso, grazie ai ragazzi della Gi.Fra (Gioventù Francescana) di Monte alle Croci e al tocco di magia e stupore aggiunto dal simpatico Mago Leo, ci ha subito dato la carica per cominciare.

Il giardino del convento ha iniziato pian piano a popolarsi ed è facile notare che il titolo della giornata è azzeccato: «Mi hai chiamato, ho risposto». Il Signore ha chiamato tantissimi giovani e questi giovani hanno risposto «Sì» senza nessuna esitazione. Marco di Montespertoli sottolinea come i ragazzi della Gi.Fra con la loro accoglienza ci abbiano manifestato che possiamo vivere la fede e la fraternità anche fuori dai momenti di preghiera, semplicemente nello stare insieme e anche nei momenti di divertimento. Così pure i giovani di Massa Carrara ci hanno detto che si sono subito sentiti presi da questa bell’accoglienza e anche felici di sentirsi parte di una comunità, quella dei giovani della Toscana, che ti fa capire che in realtà noi giovani saldi nella fede non siamo mosche bianche, come può capitare di sentirsi nell’orizzonte più stretto delle proprie città.

Filippo, sempre di Massa Carrara, si aspettava appunto una giornata di divertimento che desse insieme anche un senso di unità tra noi giovani, e già dall’inizio le premesse c’erano tutte. Una parola chiave per le prime ore di questa giornata? Anna risponde: «Gioia».Dopo questo momento di animazione, mons. Giovanni De Vivo, Vescovo di Pescia e Delegato della Conferenza episcopale toscana per la Pastorale Giovanile, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica. È  quindi arrivato il momento di incontrare il Signore da vicino e di farlo interamente partecipe della gioia di questa giornata. Tra i tanti momenti emozionanti della celebrazione è da ricordare quando nella sua omelia il Vescovo ha dato a questa giornata un respiro più ampio: infatti in occasione dell’incontro dei Vescovi con Papa Francesco, aveva parlato al Pontefice di questa giornata e così il Papa ci ha mandato tramite lui il suo incoraggiamento: «Dì ai giovani che non si lascino rubare la speranza». All’inizio della giornata i partecipanti erano stati smistati in alcuni gruppi per partecipare agli incontri del pomeriggio. Così dopo pranzo, seguendo bandiere di vari colori, siamo scesi da Piazzale Michelangelo, per diffonderci nella città e raggiungere alcune tra le più belle chiese di Firenze: San Miniato al Monte, Santa Felicita, Sant’Ambrogio, Orsanmichele, Santa Croce e Badia Fiorentina. È stata un’emozione osservare la Firenze di ogni giorno, attraversata da noi giovani credenti che proprio come pellegrini seguivamo le nostre bandiere per raggiungere le diverse mete.

In queste chiese si è cercato di creare un clima intenso di unione tra l’arte fiorentina e la preghiera. Di fronte alle testimonianze di vocazione, alle catechesi e con la preghiera, siamo stati invitati a scrivere un pensiero, una riflessione, qualcosa che ci aveva colpito particolarmente, su una cartolina destinata ad essere poi ricevuta da un altro dei partecipanti al termine della giornata.

Una volta raccolti questi pensieri ciascuno, individualmente ha potuto far memoria del proprio battesimo, lì dove tantissimi fedeli lo hanno ricevuto: nel Battistero di San Giovanni. L’atmosfera è intima, persino lontana dai rumori della città e ti fa sentire con forza l’importanza del Battesimo grazie al quale siamo entrati a far parte della comunità dei figli di Dio.

Grazie ad un sussidio ognuno ha potuto rivivere il battesimo con una preghiera e il segno della croce con l’acqua benedetta, predisposta per noi in tre bacili a cui accostarci liberamente, nel momento in cui ci sentivamo pronti. La maggior parte di noi ha ricevuto il battesimo pochi mesi dopo la sua nascita, grazie alla fede dei propri genitori, ed aver quindi la possibilità di rivivere quel momento consapevolmente è un’esperienza forte che non può lasciare indifferenti.

Alle 17.30 ci siamo riuniti per la preghiera conclusiva, presieduta dall’Arcivescovo di Firenze, il Cardinale Giuseppe Betori, nello splendore di Santa Maria Novella, a pregare custoditi dalla bellezza delle tante opere della basilica domenicana: a fianco dell’affresco della Trinità di Masaccio, sotto il Crocifisso dipinto di Giotto, illuminati dal colore vetrate. Un legame quello tra fede e bellezza che ci viene ricordato anche dal Cardinale: «La fede genera la bellezza e la bellezza genera la fede».

Troppo spesso visitiamo le bellissime chiese delle nostre città come turisti invece che da pellegrini; una giornata come questa, dove giovani di tutta la Toscana si sono riuniti per manifestare la propria fede passando per le tante chiese e dal Battistero, ci ha donato anche la riscoperta di come i nostri padri abbiano costruito queste meraviglie per la loro fede e quanto esse risplendano di una bellezza diversa e più profonda quando le loro mura raccolgono le nostre preghiere per di più nella Giornata mondiale di Preghiera per le Vocazioni.

Il gruppo musicale Anastasis accompagnava l’arrivo di noi pellegrini, che abbiamo riempito la basilica per ascoltare la parola di Dio dalla lettera agli Ebrei. Un testo che ripercorre l’importanza della fede nella storia dell’umanità perché, spiega il Cardinale commentando la lettura, «la fede in Dio non è un dogma, ma il fondamento della nostra vita. […] la fede aiuta a scorgere la presenza di Dio nella storia». Il Cardinale ci ha anche ricordato che la fede è sicuramente un dono, ma anche una lotta quotidiana riuscire a professarla nella vita di ogni giorno. Certo è che ne vale la pena perché «Vivere la fede è avere una rapporto diretto con Dio, parlare e stare con Lui. La fede dà un fondamento alla nostra speranza e genera la gioia della nostra vita», queste le parole toccanti del Cardinale per noi giovani della Toscana che abbiamo poi rinnovato le promesse battesimali con voce unanime.Una giornata di gioia vera, conciliata perfettamente con momenti di riflessione personale e comunitaria veramente profonda. Se all’inizio della giornata citavamo la canzone dicendo «Rallegriamoci, non c’è posto alla tristezza in questo giorno», al termine possiamo citarla di nuovo: «Rallegriamoci, perché è giunta in mezzo a noi la presenza di Dio».

GUARDA LE FOTO (di Anna Zucconi)