Vita Chiesa

I vescovi toscani e la Quaresima

DI STEFANIA MORETTI

La Quaresima è il «momento favorevole per scuoterci dal nostro torpore spirituale». Lo scrive il vescovo di Fiesole Luciano Giovannetti nella lettera pastorale che ha consegnato alla diocesi il Mercoledì delle Ceneri.

Il messaggio, che si intitola «Cristiano dove sei?» mette l’accento proprio sul «grigiore che sembra percorrere le comunità cristiane» e sul nostro «cristianesimo senza Cristo»: «di Cristo – scrive Giovannetti – si parla molto, lo si celebra e lo si annuncia. Ma si tratta di un Cristo impersonale, lontano, un estraneo: più un argomento che una persona viva». «Senza Cristo – prosegue la Lettera – l’uomo è abbandonato a se stesso»: da qui nasce una cultura neopagana che non è più preoccupata del destino dell’uomo, ma si preoccupa esclusivamente del presente; da qui nascono il relativismo, l’indifferenza, la mediocrità, l’attaccamento al denaro, il mito del benessere e della forma fisica, la mentalità carrieristica. Giovannetti sottolinea anche altri elementi preoccupanti della nostra società: l’uso irresponsabile del tempo, lo sport privato della sua dimensione educativa, l’accettazione dei modelli negativi e fuorvianti che vengono veicolati dalla televisione, il ricorso alla magia.

Che fare, dunque, di fronte a queste realtà? La tradizionale pratica del digiuno, suggerisce il vescovo di Fiesole, per essere efficace non deve limitarsi al digiuno dagli alimenti ma deve diventare sobrietà, contestazione alla mentalità consumistica, digiuno dai pensieri inutili e dannosi, dalle parole superflue, dalle immagini. Un digiuno che non è solo rinuncia passiva, ma che si trasforma in azione, impegno, vigilanza, testimonianza cristiana nel mondo.

Anche l’arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli ha scritto un breve messaggio alle famiglie, che i parroci della diocesi consegneranno durante la benedizione delle case. «Come nuovo Vescovo – scrive Antonelli – vi saluto con affetto e attraverso questa lettera volentieri prendo contatto con voi. Sono molto lieto della opportunità che mi si offre: raggiungere le famiglie è raggiungere le persone nella concretezza del loro vissuto quotidiano e nella loro primaria esperienza di comunione». «Certo – scrive Antonelli – è difficile amare secondo le esigenze del Vangelo. Ma è anche vero che l’amore è innanzitutto un dono di Dio che si ottiene con la preghiera. Con questa lettera vorrei proprio raccomandare di pregare insieme in famiglia. Di solito i momenti più opportuni sono al mattino, alla sera, a mensa. I modi possono essere molto vari: ripetere qualche formula tradizionale che si conosce a memoria, ma con calma e raccoglimento; leggere un Salmo; recitare il Rosario; fare una preghiera spontanea, aderente alla vita concreta. Più in particolare vorrei suggerirvi di pregare insieme il Vangelo, una volta alla settimana». La forma suggerita è quella della Lectio Divina: «Si comincia con un breve silenzio, pensando che siamo davanti a Dio e che egli vuole parlarci. Si legge lentamente un brano del Vangelo: quello della domenica oppure uno scelto liberamente. Terminata la breve lettura ci si domanda: che cosa il Signore vuole dirci? Quali sono le parole che ci colpiscono di più? Come possiamo viverle? Infine si sceglie una parola o una frase da richiamare spesso alla mente durante la settimana, perché ci sia di sostegno e orientamento nel nostro agire quotidiano».

«Nelle nostre comunità cristiane, la comprensione e la trasmissione della fede da una generazione all’altra diventano sempre più difficili». Lo scrive il vescovo di Massa Carrara Pontremoli Eugenio Binini nel messaggio quaresimale, affidato all’edizione diocesana di TOSCANAoggi. Non possiamo però, scrive Binini, metterci a piangere: dobbiamo piuttosto «riorganizzarci, programmare il nostro essere missionari in un mondo disattento, rimanendo però nella linea sacramentale evitando di cadere nell’inganno di un attivismo di tipo propagandistico». Binini invita a una «conversione pastorale»: ormai c’è poco da «difendere», e molto da «diffondere» la fede.

Sulla stessa linea anche l’arcivescovo di Lucca Bruno Tommasi, la cui Lettera per la Quaresima si intitola proprio «L’annuncio del Vangelo». Tommasi invita ad attingere dal Vangelo: dalla Parola ha origine il cammino della nostra conversione, che trova il suo momento più forte nella lotta «all’idolatria “dell’io” e dell’avere, per cui si pone se stessi e le proprie esigenze al posto del Dio unico e santo e non ci si accorge della presenza e dei bisogni dei fratelli in difficoltà». Occorre invece «imparare a privarci di parte delle nostre risorse per venire incontro a coloro che sono privi dello stretto necessario, aderendo ad alcune forme di condivisione che ci sono proposte». Tommasi invita anche a riscoprire il sacramento della Penitenza, e la dimensione missionaria: «tutti – scrive l’arcivescovo – siamo chiamati a vivere da missionari» e a far sì che «tutta la nostra esistenza trasmetta la gioia della risurrezione». Nell’annuncio del Vangelo, sottolinea ancora Tommasi, «è di fondamentale importanza l’apporto dei cristiani laici, perché l’annuncio del vangelo a questi uomini e donne che ignorano Cristo o ne hanno una conoscenza indiretta e fuorviata, può essere recato solo da chi condivide la vita, gomito a gomito».

Messaggio del Papa per la Quaresima 2002

Sussidio Cei per la Quaresima 2002

Se la politica ha bisogno del perdono quaresimale – di Giuseppe Savagnone