Vita Chiesa

IL PAPA RICORDA IL GENOCIDIO IN RWANDA E IL GRIDO DI DOLORE DI TANTI BAMBINI

“Che il loro muto grido di dolore non resti inascoltato!” E’ l’appello che Giovanni Paolo II ha lanciato ieri, 28 marzo, nel corso dell’Angelus, ricordando tutti i bambini sofferenti nel mondo. “Nel Messaggio quaresimale di quest’anno – ha detto il Papa – ho invitato a porre i bambini al centro dell’attenzione delle comunità cristiane. Molti di loro sono vittime di gravi malattie, comprese la tubercolosi e l’aids, mancano di istruzione e soffrono la fame. Denutrizione e malnutrizione, aggravate da preoccupanti carenze sanitarie, continuano ad essere causa quotidiana di morte per non pochi di questi piccoli, privi persino del minimo indispensabile per sopravvivere”. Giovanni Paolo II ha poi denunciato la piaga dei bambini soldato: “in alcuni angoli della terra, specialmente nei paesi più poveri, – ha dichiarato – ci sono bambini e adolescenti vittime di un’orribile forma di violenza: vengono arruolati per combattere nei cosiddetti “conflitti dimenticati”. Subiscono di fatto una duplice scandalosa aggressione: li si rende vittime e al tempo stesso protagonisti della guerra, travolgendoli nell’odio degli adulti. Privati di tutto, vedono il loro futuro minacciato da un incubo difficile da allontanare. Questi nostri fratelli più piccoli, che soffrono per la fame, la guerra e le malattie, lanciano al mondo degli adulti un angosciante appello. Che il loro muto grido di dolore non resti inascoltato!”. “Il tempo quaresimale – ha concluso – spinge i cristiani ad un’accoglienza più generosa di queste parole evangeliche, per tradurle in interventi coraggiosi a favore dell’infanzia a rischio e abbandonata”.

L’ultimo pensiero il Papa lo ha dedicato ai dieci anni del genocidio in Ruanda, dove il 7 aprile 1994, scoppiarono scontri tra hutu e tutsi in cui vennero uccise centinaia di migliaia di persone”. “Preghiamo il Signore che una tale tragedia non abbia a ripetersi mai più”, ha detto il Pontefice invitando le popolazioni, i capi religiosi e civili e la comunità internazionale “a portare la pace nell’amata Regione dei Grandi Laghi”.Sir