Vita Chiesa

Il Cardinale Bassetti alla presentazione del rapporto di “Rondine”

Definito dal moderatore dell’incontro, il giornalista Giampiero Gramaglia, “grande amico dell’associazione di cui è stato un po’ il padre spirituale nei suoi anni di vescovo di Arezzo”, il card. Bassetti ha affermato: “Sono quindici anni che sto portando in giro il vangelo di Rondine, ossia la sua buona notizia”. La presentazione del Rapporto, ha proseguito, avviene in un “momento storico particolarmente importante per il nostro Paese: quello in cui l’Italia è chiamata ad assumere per un semestre la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Solitamente parlando di Europa ci si riferisce a istituzioni comunitarie, mercato comune e moneta unica, ma l’Europa è molto di più: è un insieme di valori, cultura, spiritualità”. Oggi, al suo interno, “l’impegno per la difesa della dignità umana e della pace assumono grandissimo valore”.

Nel richiamare il lungo periodo di pace e prosperità vissuto dall’Europa, il card. Bassetti ha ricordato “il drammatico anniversario dello scoppio della prima guerra mondiale”, definita da Benedetto XV “il suicidio dell’Europa civile”. Il nostro continente, ha fatto notare, “non è soltanto un’espressione geografica ma, come sosteneva Giorgio La Pira, rappresenta un complesso di valori sociali, politici e culturali”. Il centenario dello scoppio della grande guerra, secondo Bassetti, “potrebbe essere il momento giusto per riprendere il filo di una discussione pacata che sappia parlare dei differenti legami culturali, laici e religiosi che lo tengono unito”. Solo partendo dal riconoscimento della sua “storia antica e prestigiosa – il monito dell’arcivescovo – potremo far sì che l’Europa diventi la casa di tutti. Non lasciamoci sfuggire per ignavia questo dono prezioso!”. “Sostegno pieno, cordiale e convinto” all’attività di Rondine è stato espresso dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, nel messaggio inviato all’incontro. Da quasi vent’anni Rondine cittadella della pace (www.rondine.org ) si occupa della risoluzione del conflitto attraverso l’esperienza di giovani che vivendo insieme nello studentato internazionale di Arezzo scoprono la persona nel proprio nemico, pur provenendo da paesi spesso in guerra tra loro.