Vita Chiesa

Il «Compendio»: ecco cosa pensa la Chiesa

DI DON FRANCESCO SENSINI«L’immigrato è tenuto a rispettare con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del paese che lo ospita, ad obbedire alle sue leggi, a contribuire a i suoi oneri». Non è, purtroppo ancora, un articolo della legge sulla immigrazione ma semplicemente che cosa dice il catechismo della Chiesa Cattolica. Quel Catechismo, di cui il settimanale «Famiglia Cristiana», in questi giorni allegherà il Compendio.

Per moltissimi adulti la parola catechismo rimanda ai bambini, ai piccoli. Quasi come una delle inevitabili malattie infantili. Non meraviglia poi il fatto che cristiani adulti esprimano posizioni contrastanti, pareri opposti. Non che tutti debbano pensare allo stesso modo. Ma il fatto che il sole scaldi non può essere una opinione, un semplice punto di vista.

Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica ha la pretesa di «soddisfare la sete di verità dei fedeli di tutte le età e condizioni sia anche il bisogno di quanti, senza essere fedeli, hanno sete di verità e di giustizia». Non occorre certo la fede per esprimere la propria amarezza per tutto quello che è successo a Parigi, non occorre la fede per ritenere sciagura un terremoto o una alluvione, non occorre la fede per indignarsi di fronte a certi assassini.

Ma per riconoscere che il male non è solo nelle strutture ma anche dentro l’uomo occorre la fede; per riconoscere che un terremoto o una alluvione sono legati anche al comportamento dell’uomo occorre la fede e infine per non indignarsi fino a chiedere la giusta pena di morte per certi assassini occorre la fede.

Può bastare quella fede insegnata, trasmessa e ricevuta da piccoli al catechismo? È opportuno che gli adulti si interroghino sulla propria fede, che la confrontino con la propria vita, con le proprie scelte. Non può certo essere un testo come il Compendio a dare la fede. Dipende sempre dalle persone. Ma la sua lettura può illuminare, può favorire uno scambio, può dare maggiore sicurezza.

A volte, su tanti problemi legati alla realtà, si sente «sentenziare» con decisione: la Chiesa è contraria, la Chiesa non vuole, per la Chiesa è peccato. Una persona ragionevole, credente o meno, dovrebbe invece chiedersi: in base a quali conseguenze, la Chiesa è contraria? per difendere quali valori, la Chiesa non vuole? per quale visione della vita la Chiesa afferma che è peccato?

La lettura del Compendio può costituire, soprattutto per i fedeli, una opportunità per superare la facilità di giudizio nei confronti della Chiesa e per acquistare la capacità di essere «sempre pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi».