Vita Chiesa

Il Convegno ecclesiale di Firenze sulla scia del Concilio

Quello di Firenze, ricorda l’Invito, sarà il quinto Convegno ecclesiale nazionale. Di fatto «nel nostro Paese i cinquant’anni dal Concilio sono stati cadenzati da questi eventi ecclesiali, quasi a rimarcare con anniversari decennali l’eredità conciliare». Al centro dell’attenzione è sempre rimasta «l’evangelizzazione, attuata in spirito di dialogo con il contesto sociale italiano». Rispetto a questa missione, dopo il Vaticano II, «le nostre comunità si sono interpretate come segno della presenza salvifica del Signore sul territorio». Di conseguenza, sempre desta è stata anche «l’attenzione nei riguardi dell’humanum». In realtà, i Convegni ecclesiali hanno contribuito «a delineare il volto storico delle nostre Chiese, innescando una serie di reazioni virtuose utili a dare vitalità alle nostre diocesi». La stagione dei Convegni nazionali esprime tutto ciò «in un rinnovato stile ecclesiale, che porta a convenire, traduzione permanente del paradigma sinodale rappresentato dal Concilio». Questa prassi realizza «la Chiesa quale esperienza di comunione».

L’emergenza educativa. «La modernità ci consegna un mondo provato da un individualismo che produce solitudine e abbandono, nuove povertà e disuguaglianze, uno sfruttamento cieco del creato che mette a repentaglio i suoi equilibri». Presentando quest’analisi l’Invito al Convegno ecclesiale di Firenze evidenzia che «è tempo di affrontare tale crisi antropologica con la proposta di un umanesimo profondamente radicato nell’orizzonte di una visione cristiana dell’uomo», «ricavata dal messaggio biblico e dalla tradizione ecclesiale, e per questo capace di dialogare col mondo». Tale relazione non può prescindere «dai linguaggi dell’oggi, compreso quello della tecnica e della comunicazione sociale», ma li integra «con quelli dell’arte, della bellezza e della liturgia». Perché questo dialogo col mondo sia possibile «dobbiamo affrontare insieme quella che gli Orientamenti pastorali» del decennio, «Educare alla vita buona del Vangelo», definiscono «una vera e propria ‘emergenza educativa’». Di fatto, «esser uomo significa per ciascuno di noi fare i conti con l’esperienza dei nostri limiti, da intendere non come dei rassicuranti confini cui rassegnarci, ma come una soglia da valicare continuamente, per incontrare e conoscere ciò che sta oltre noi e rientrare poi in noi e sedimentare nella nostra coscienza il senso dell’incontro e i contenuti della conoscenza».

L’umanesimo cristiano nella storia. «Oggi l’umanesimo cristiano sembra essere soltanto una variante minoritaria tra i numerosi e differenti umanesimi che preferiscono non richiamarsi ad alcuna ispira-zione evangelica». Lo evidenzia l’Invito al Congeno ecclesiale di Firenze. Per questo, «pur nella consapevolezza della natura plurale dell’odierna società», uno degli scopi del Convegno è «proporre alla libertà dell’uomo contemporaneo la persona di Gesù Cristo e l’esperienza cristiana quali fattori decisivi di un nuovo umanesimo. Crediamo, infatti, che l’annuncio dell’evento di Cristo sia capace di interagire con Chiese e confessioni cristiane, con le religioni e con le diverse visioni del mondo, valorizzando tutti gli elementi positivi che la modernità può offrire in abbondanza». I cristiani, in quanto cittadini, «desiderano abitare con questo stile la società plurale, protesi al confronto con tutti, in vista di un riconoscimento reciproco». D’altra parte, nell’Italia contemporanea, «lo stesso umanesimo cristianamente ispirato si è configurato come un fenomeno pluralistico: nel suo alveo sono confluite le esperienze di personalità diverse per stato di vita, per estrazione culturale, per sensibilità spirituale, dai grandi santi ai tanti testimoni impegnati nel servizio della carità, nell’opera educativa, negli spazi dell’impegno culturale, sociale e politico».

Per una Chiesa esperta in umanità. «Prepararsi al Convegno di Firenze può rappresentare per le Chiese che sono in Italia l’occasione propizia di ripensare lo stile peculiare con cui interpretare e vivere l’umanesimo nell’epoca della scienza, della tecnica e della comunicazione»: lo si legge nell’Invito al Convegno. La speranza è «di rintracciare strade che conducano tutti a convergere in Gesù Cristo, che è il fulcro del ‘nuovo umanesimo’». Questa fede ci rende «capaci di dialogare col mondo», facendoci «promotori di incontro fra i popoli, le culture, le religioni». Ecco «perché vale la pena di accogliere il richiamo all’umano con cui veniamo proiettati verso Firenze». «L’appello all’umano, fatto proprio dal Concilio – prosegue l’Invito al Convegno -, chiama in causa valori, grazie ai quali e per i quali l’uomo formula le sue rivendicazioni, affronta le sue preoccupazioni, vive le sue speranze: l’uomo inteso, però, non solo nella sua essenza, bensì nella sua storicità, e più esattamente nella sua storia reale». Per questo «la vera questione sociale oggi è diventata la questione antropologica: la difesa dell’integrità umana va di pari passo con la sostenibilità dell’ambiente e dell’economia, giacché i valori da preservare sul piano personale (vita, famiglia, educazione) sono pure determinanti per tutelare quelli della vita sociale (giustizia, solidarietà, lavoro)».

Tornare a fare Eucarestia. «Il Convegno ecclesiale nazionale intende coinvolgere le singole diocesi, perché è lì, ‘sul campo’, che vanno colte e interpretate le attese del popolo cristiano, come pure la situazione culturale e religiosa della nostra società». Per questo motivo, «l’orizzonte del Convegno è quello di un evento di preghiera, di ascolto, di confronto e di discernimento, di orientamento condiviso per un annuncio e una testimonianza più efficaci e attuali, occasione di rilancio dell’impegno pastorale delle nostre comunità ecclesiali». L’esigenza di prepararsi coinvolgendo le diocesi suggerisce di «far emergere domande e attese a cui il Convegno ecclesiale intende rispondere». «Coinvolgimento, partecipazione e discernimento comunitario rimangono gli obiettivi essenziali a cui puntare», chiarisce l’Invito. Ma il passo da compiere per la preparazione al Convegno che maggiormente vale è «mettere al centro dell’umanesimo cristiano l’Eucaristia, fonte e principio ispiratore di novità di vita in Gesù Cristo». «Dandoci appuntamento a Firenze – così si conclude l’Invito -, desideriamo anche noi esercitarci secondo lo stile di Gesù, con nel cuore seminata la certezza che ha fatto cantare i nostri giovani alla Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro: ‘Annunciare il Vangelo a tutti, vuol dire già trasformare l’uomo vecchio in un nuovo uomo’».