Vita Chiesa

Il Vangelo sbarca in discoteca

di Andrea BernardiniUna croce stesa davanti all’altare, qualche lumino, il Santissimo Sacramento, e, intorno, un gruppo di persone che animano l’adorazione eucaristica con canti e preghiere. Le ventuno e trenta di sabato scorso. Nella chiesa di Torre del Lago ci accoglie don Graziano Raschioni, parroco moderatore della comunità, per alcuni giorni al centro dei riflettori di giornali, radio e tv.

Le serate Kairos hanno trovato larga eco sui media, salutate come il tentativo di una comunità ecclesiale di aprirsi all’esterno. «Colpa» della Comunità delle Beatitudini di Sovere (Bergamo), specializzata nell’animazione pastorale estiva nella Costa Azzurra: da un suo incontro con il gruppo parrocchiale del Rinnovamento dello Spirito è nata l’idea di «animare» l’estate del territorio annunciando il Vangelo a migliaia di persone, che qui erano arrivate per prendere la tintarella, assistere al Festival Pucciniano e, magari, prendersi una sosta dall’abitudine domenicale di frequentare l’eucarestia.

Una provocazione. La chiesa rimane aperta fin dopo mezzanotte e, durante l’adorazione, entrano, si fermano ed escono – anche solo dopo qualche minuto di silenzio, preghiera o un segno di croce – giovani e giovani famiglie. A pochi chilometri, verso il mare, ai camping Italia e dei Tigli, alla rotonda, nel lungomare, in piazza della Pace, nel crocevia, nei bagni, per tutta la settimana, i giovani di Kairos seminano domande su rispetto, dialogo, famiglia, libertà, diversità, odio e perdono, solidarietà, giustizia, pace, amicizia tra i popoli.

Sabato sera è l’ultima occasione per incontrare la gente. Le ventidue: di fronte allo stabilimento «Stella sud» ragazze e signore, laiche e religiose, tutte in maglietta bleu raccontano la loro esperienza di vita, il loro incontro con il Signore. E, tra una testimonianza e l’altra, canti e danze coinvolgono i presenti. Si accende il fuoco, segno di luce e vita. «Cristo è risorto!» fa l’animatrice «è veramente risorto» le fa eco la gente. «Vogliamo, allora, dirlo a chi, questa sera, se ne sta comodamente passeggiando nel lungomare o si incontra nei pub di Torre del Lago?».La missione continua. È mezzanotte. Si parte per la discoteca «La Canniccia» a Marina di Pietrasanta. Il gruppo rock «Una nuova speranza» intonerà canti attinti dal Vangelo; padre Pierre terrà una meditazione. Prima, però, c’è da affrontare un traffico folle: clacson, grida, anche i vigili urbani mostrano impazienza. Ci fermiamo in canonica. «Qui è sempre così – commenta don Graziano – cominciamo a dormire alle sei del mattino e alle sette già la messa». Torre del Lago, tredicimila abitanti d’inverno, quarantamila d’estate, una comunità difficile. Qui si incrociano e tentano di convivere immigrati del Sud Italia, europei ed extraeuropei: in estate soprattutto nelle strutture di accoglienza turistica, in inverno nell’edilizia, negli uffici, nella floricoltura. Molti fanno i pendolari, a casa tornano solo la sera. Qui si riuniscono omosessuali da tutta Europa, calamitati da due locali, il Bocca Scicca e il Mamma mia, mèta anche di giovani comunissimi in cerca di una serata divertente. Qui una forte presenza di trans brasiliani e di prostitute, che adescano sui viali. Storie spesso nate dalla miseria e maturate con lo sfruttamento.Ma ci sono anche i segni della benedizione di Dio: un lago invidiato, una pineta ed una delle spiaggie più belle della zona. Che può fare la Chiesa? Più si va avanti e più scopriamo il volto di un prete maturo, che crede nel dialogo e nel rapporto umano, che ha lavorato una vita per questo: dieci anni come missionario in Brasile e poi parroco di Bicchio, erede di don Sirio Politi, uno dei primi preti operai italiani. Con lui in casa ci sono anche gli altri coparroci, don Fosco Orlandi e don Andrea Quilici: fanno vita insieme. Un bel segno: non è sempre facile convivere, anche tra preti.L’anno scorso un oratorio estivo creativo e coinvolgente, quest’anno le serate Kairos. Di fronte a emarginazione, devianza, disimpegno, la tentazione di «chiudersi» nell’ordinario è forte. L’iniziativa di tentare il dialogo e comunicare la fede dove la gente si ritrova, è coraggio.A casa del prete troviamo Monica, una di Kairos. Qual è la risposta della gente? «Un giorno trovi un terreno molto arido, il giorno dopo capisci di aver gettato semi di speranza. Il Signore ti dà una grossa mano».