Vita Chiesa

Il cardinale Zuppi a Firenze: “Maria ci ricorda che siamo figli e fratelli”

Il cardinale Zuppi è stato accolto dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze: “Sono grato – ha detto Betori – per l’aver accettato l’invito per questa della Natività di Maria che è una delle feste più sentite per la Chiesa fiorentina, con le celebrazioni che iniziano già dalla vigilia. Come presidente della Cei ci richiama il fatto che siamo chiese sorelle con tutte le Chiese in Italia; come arcivescovo di Bologna ci tiene uniti la Madonna con il santuario di Boccadirio dove ci alterniamo ogni anno perché ll popolo di Dio fiorentino e bolognese si ritrovano ai piedi di Maria”.

Zuppi da parte sua ha sottolineato di aver subito ricambiato l’invito: “lunedì il cardinale Betori verrà a parlare ai preti di Bologna sulla sinodalità negli Atti degli Apostoli, la sua competenza e intelligenza biblica ci aiuterà ispirare il nostro camminare insieme a quello dei primi cristiani. Perché a volte siamo un po’ sparpagliati. Maria vuole che i suoi figli camminino insieme e si vogliano bene. Chiediamo perdono per tutte le piccole e grandi divisioni che producono amarezza e distanza”.

Nell’omelia, Zuppi ha affermato: “Maria ci ricorda che siamo familiari, fratelli e sorelle di tutti. Come non vergognarci delle divisioni. Siamo tutti diversi, ma tutti figli. E ci somigliamo molto più di quanto pensiamo”. Ha raccontato un episodio personale: “In casa eravamo sei fratelli, quando mamma non c’era litigavamo. Ma bastava che qualcuno dicesse guarda che sta per tornare mamma, e si smetteva subito”.

Chi è servo di Maria, ha aggiunto, si fa servo degli altri. “Penso a tanti anziani soli che hanno diritto all’assistenza nelle loro case, luogo dell’orientamento e della vita. Perché senza radici si resta soli”.

“Vorrei ricordare ha detto ancora – la croce della guerra. Maria ci ricorda la pietà, il dolore che la guerra produce. Tante volte si capisce il dolore guardando la madre che piange il figlio. Facciamo nostro il dolore di tante madri che in questi tempi sperimentano l’orrore della violenza e della guerra. Ripudiamo la guerra, facciamo la guerra al nostro orgoglio, all’odio che a volte coltiviamo e che inaridisce il cuore, rende disumani. Liberiamoci dalla superficialità, non possiamo sprecare la vita. C’è tanto amore da dare. Guardare l’altro con amablità, cercare il bello. Guardiamo a Maria e ritroviamo l’umanità che la guerra cancella. L’unica vittoria è la pace”.

Non poteva mancare un pensiero “a suor Maria, uccisa ieri in Mozambico. Anche in quella guerra, come diceva lei, si muore ogni giorno. Una guerra che dura da mesi, che ha fatto scappare migliaia di persone ma non lei che era rimasta lì per amore, come una madre. La sua ultima parola è stata misericordia. Ha aiutato quella popolazione segnata dalla violenza islamista”.

Nella celebrazione ha anche salutato i Servi di Maria, che hanno nella basilica della Santissima Annunziata il loro santuario, ricordando in particolare padre Davide Maria Turoldo “che ci ha aiutato a contemplare la bellezza di Maria e ancora ci aiuta con i suoi scritti”