Vita Chiesa

Incontro abusi in Vaticano: mons. Scicluna, «uno sportello di ascolto in ogni diocesi»

«È bene che ogni Conferenza episcopale – ha spiegato il vescovo rispondendo alle domande dei giornalisti – offra un servizio di ascolto delle vittime, formato da esperti che godano della fiducia della gente, dove le persone possano fare una denuncia, o condividere una storia pesante che ha bisogno di venire alla luce ed essere condivisa». All’interno dell’iter dei processi canonici, ha fatto notare inoltre Scicluna, «non c’è un meccanismo d’informazione per le vittime sull’esito dei processi stessi: manca questo tipo di comunicazione».

«Le Conferenze episcopali – ha raccomandato padre Federico Lombardi, moderatore dell’incontro – devono avere delle linee guida, che devono essere pubbliche e reperibili sui rispettivi siti, dove si deve indicare chiaramente che deve esserci un servizio di ascolto, e a chi e dove si devono segnalare i casi».

«Finora – ha testimoniato Lombardi – ho visto una struttura ben delineata solo nelle diocesi di Bolzano e Bergamo. La Cei ha appena inaugurato un Servizio nazionale per la tutela dei minori: è bene che sia riconoscibile ovunque. Lo sportello è un punto di partenza fondamentale per la procedura». Nei punti affidati alla riflessione dei partecipanti al summit sugli abusi, al n. 21 viene sollecitata la costituzione di «un organismo di facile accesso per le vittime che vogliono denunciare eventuali delitti». «Molto spesso le vittime sono lasciate sole», la denuncia del card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della Conferenza episcopale tedesca e coordinatore della Commissione per l’Eeconomia, che ha fatto notare come i punti di riflessione «non sono indicazioni formali».

«Ieri sera abbiamo vissuto quello che finora è stato il momento più intenso di tutto l’incontro», ha detto ai giornalisti padre Federico Lombardi, moderatore dell’incontro. Il riferimento è alla testimonianza di una donna europea, che ieri sera ha raccontato di essere stata abusata per 5 anni, a partire dall’età di 11 anni, da un sacerdote della sua parrocchia. Una testimonianza, ha riferito Lombardi, che ha commosso profondamente tutti i 190 partecipanti e che dimostra come «l’ascolto personale delle vittime di abusi – un clima di rispetto e di disponibilità all’ascolto – ottiene grandissimi risultati. È stato uno dei passi avanti più importanti, perché ha toccato nel profondo tutte le persone».

A sottolineare «lo straordinario contributo delle donne», del resto, è stato lo stesso Papa, ha fatto notare Lombardi, dopo l’intervento di ieri sera di Linda Ghisoni, e anche oggi, dopo la relazione di suor Veronica Openibo si è riferito alla suora nigeriana commentando: «Proprio brava questa donna!». E questo pomeriggio tocca alla terza relatrice, Valentina Alazraki, che parlerà del tema della comunicazione.

«La questione degli abusi sessuali sui minori non riguarda solo i maschi, ma anche le femmine, le bambine», ha detto la religiosa rispondendo alle domande dei giornalisti e sottolineando l’importanza del binomio collegialità-sinodalità, al centro dei lavori: «Tutti dobbiamo camminare insieme, in aula ho sentito la capacità di ascoltare, di essere empatici».

Anche mons. Charles Scicluna ha definito «straordinaria» la testimonianza femminile di ieri sera, «che ha commosso il Santo Padre e tutti noi: le donne ci portano la saggezza di cui abbiamo bisogno. Il genio femminile è un’espressione che racchiude il contributo straordinario della donna alla Chiesa: la Chiesa è madre, e ieri quella signora, che ha sofferto talmente tanto a causa di un sacerdote, ha cambiato, ha trasformato i nostri cuori».