Vita Chiesa

Incontro di Assisi: 511 leader di 9 fedi religiose diverse. Il Papa pranzerà con i rifugiati

A presentare oggi alla stampa l’evento sono stati monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio e padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi.

L’incontro si aprirà domenica 18 settembre alla presenza del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Alla Assemblea di inaugurazione prenderà la parola tra gli altri anche il Patriarca Bartolomeo I che sarà presente a tutto l’incontro. Martedì 20 settembre è previsto  l’arrivo ad Assisi di papa Francesco.

Secondo quanto ha spiegato  Marco Impagliazzo, il Papa arriverà ad Assisi in mattinata e pranzerà con tutti gli ospiti presenti all’incontro nel grande refettorio del Sacro Convento. Al pranzo parteciperanno anche un gruppo di 25 rifugiati: 10 provenienti dal Cara di Roma; 10 tra quelli arrivati in Italia grazie al progetto dei corridoio umanitari e 5 ospiti della Caritas di Assisi. Nel corso dello stesso pranzo, verranno anche festeggiati i 25 anni di Patriarcato del Patriarca ecumenico Bartolomeo I.

Sono ad oggi 511 i leader delle religioni mondiali che hanno accolto l’invito e 12 mila i pellegrini che raggiungeranno la città del poverello per seguire l’incontro e la preghiera per la pace. Ad Assisi saranno presenti seguaci di 9 fedi religiose diverse.

Padre Enzo Fortunato ha quindi dato «le coordinate» secondo le quali si svolgerà martedì pomeriggio, alla presenza di papa Francesco, la «Preghiera per la pace». Cristiani, ebrei e musulmani si ritroveranno tutti nel Sacro Convento ma pregheranno in luoghi diversi. I cristiani si daranno appuntamento nella Basilica inferiore per una celebrazione ecumenica presieduta dal papa, dal Patriarca ecumenico Bartolomeo, dal patriarca siro-ortodosso Efrem II, dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e dal pastore Olav Tveit del Consiglio mondiale delle Chiese. L’appuntamento per i rappresentanti musulmani sarà invece all’Istituto teologico mentre gli ebrei si ritroveranno nell’aula Frate Elia. Alla fine della preghiera, i partecipanti scenderanno per strada dove in processione arriveranno al palco per la Cerimonia conclusiva alla presenza di papa Francesco. Ci saranno vari interventi, un momento di silenzio in memoria delle vittime delle guerre e del terrorismo, la lettura dell’Appello per la Pace 2016 e lo scambio finale della pace.

Ampia la copertura mediatica: sono 4 le sale stampa allestite per i 600 giornalisti accreditati e 47 le tv straniere che hanno chiesto di inviare il segnale delle dirette da Assisi. Dopo l’assemblea inaugurale di domenica, nei giorni di lunedì 19 e martedì 20 (mattina) si svolgeranno in diversi punti della città 19 panel dove – secondo la tradizione degli incontri di Sant’Egidio – speaker di divere religioni e culture si confronteranno su vari temi di attualità, dalla questione dei migranti, ai conflitti in atto nel mondo, le povertà e i temi legati alla salvaguardia del creato.

Interverranno anche tre ministri della Repubblica: Stefano Orlando (Giustizia, sul tema delle carceri), Stefania Giannini (Istruzione, su scuola e pace) e Gian Luca Galletti (sui temi dell’ambiente). Sia Marco Impagliazzo sia padre Enzo Fortunato hanno ribadito che la città di Assisi sarà in questi giorni sicuramente «messa in sicurezza» perché è «giusto che ci siano i controlli» ma – hanno immediatamente ed entrambi precisato – «non sarà una città blindata».

«30 anni fa – ha detto il vescovo Sorrentino – il mondo era alle prese con una guerra fredda ed una pace da difendere tra arsenali nucleari contrapposti. Oggi ci troviamo di fronte a quello che papa Francesco ha definito una terza guerra mondiale a pezzi in cui si fa fatica a capire in quale direzione sta andando il nostro mondo. E’ in questa situazione che emerge in tutta la sua forza l’intuizione di Giovanni Paolo II di invocare per la pace la forza della preghiera». Ad Assisi responsabili delle religioni, uomini della cultura e del mondo della politica guarderanno la realtà ma lo faranno «con lo sguardo e il cuore della speranza», perché – ha detto il vescovo – «i conti della storia non si fanno solo sulla narrazione dei tempi né sulle cronache degli eventi ma sul cuore degli uomini».

«Nessuna insalata mista di espressioni religiose», «nessun sincretismo», nessuna deriva di «relativismo. Ciascuno pregherà secondo la sua fede religiosa ma è importante che si preghi», ha precisato monsignor Domenico Sorrentino.